Caro direttore,
seguo con grande attenzione il suo giornale ormai da tempo. Sono un italiano di origini campane residente in Argentina, e ho una piccola impresa di costruzioni. Le difficoltà degli italiani che operano in questo Paese sudamericano sono tante e io ho imparato ad affrontarle una ad una, da solo, senza chiedere aiuto. Con tenacia e forza d’animo. Certo, la crisi economica si avverte anche qui, il lavoro e’ diminuito e si cominciano ad avere problemi di credito con le banche, molto restie a concedere finanziamenti. Ho avuto l’accortezza di investire bene i miei risparmi in tempi migliori e posso ancora permettermi di mantenere gli impegni con i miei dipendenti. Ce la faremo, anche questa volta, da soli. Ma il futuro mi preoccupa.
La politica? Non mi ha mai sostenuto, non ha mai pensato alla categoria di noi imprenditori. Abbiamo diversi parlamentari che a Roma rappresentano il Sud America, alcuni di loro sono residenti proprio in Argentina: avessero fatto qualcosa per incentivare i rapporti fra l’Argentina e l’Italia, avessero fatto qualcosa per contribuire alla internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, sia italiane che argentine!
Ho un figlio adulto, ha 26 anni, laureato, ma anche per lui e’ difficile trovare lavoro. Se non ci fosse l’impresa di famiglia, non so quale strada potrebbe percorrere. La pensione di mia madre, qui in Argentina, si dissolve nella differenza del potere d’acquisto. Ma per fortuna, siamo tutti abituati a rimboccarci le maniche e anche lei contribuisce in qualche modo all’economia famigliare vendendo a una grande pasticceria di Buenos Aires dolci fatti in casa secondo la tradizione partenopea.
Insomma, siamo italiani e ci sentiamo dimenticati. Alle prossime elezioni politiche so già a chi andrà il mio voto: all’USEI di Eugenio Sangregorio. Non conosco personalmente Sangregorio, ma ho letto i suoi interventi, le interviste su ItaliaChiamaItalia, ho letto su quali punti si basa il suo progetto: scambi economici e commerciali con l’Italia, più attenzione nei confronti delle nuove generazioni e della cultura italiana all’estero. E poi c’è la battaglia contro la “pesificazione”, che a persone come mia madre sta molto a cuore. L’USEI (Unione sudamericana emigrati italiani, ndr) è senza dubbio il movimento a cui darò fiducia quando mi arriverà a casa la busta elettorale. Le parole di Sangregorio sono di buon senso, facili da comprendere, arrivano al cuore: non avrò ripensamenti, perché le persone che ho votato l’ultima volta e che sono state in Parlamento per cinque anni (per chi ho votato? E’ irrilevante) non hanno saputo svolgere a pieno il loro mandato. Hanno vissuto di rendita, si sono crogiolati nei loro Palazzi romani e coccolati con il loro stipendio di lusso. Non tornerò a dare il mio voto a chi ha fallito la propria missione. L’affiderò invece a Sangregorio e ai candidati dell’USEI, per dare loro la possibilità di dimostrare quanto valgono, una volta – mi auguro – che saranno a Roma per difendere i nostri interessi, gli interessi degli italiani d’Argentina e di tutto il Sud America.
Approfitto, caro direttore, per augurare buone feste a lei e ai suoi collaboratori. Continui così con il suo giornale, dando spazio a tutti e senza paura di dire sempre ciò che pensa. Con stima,
Carlo Stiriti
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