Il primo Sindaco Klaus Mohrs ha salutato ieri una Delegazione della cittá partner, Pesaro Urbino, proprio lí, dove é iniziata la storia degli Italiani, cioé alla stazione di Wolfsburg. Accanto all´assessore Comunale della Provincia Pesaro-Urbino, Renato Claudio Minardi, c’erano Il Console Generale Gianpaolo Ceprini, il Dirigente Scolastico Italiano Prof. Giosué Piscopo, l´Agente Consolare di Wolfsburg Francesco Lo Judice, membri del Comites, rappresentanti delle varie Associazioni, e naturalmente Italiani venuti nel 1962. Erano presenti rappresentanti politici, l´amministrazione Comunale, rappresentanti Volkswagen e membri di Commissione interna e tantissimi Italiani, tutti riuniti accanto ad una scultura nominata l`Emigrante, opera di Quinto Provenziani venuto anche lui a Wolfsburg nel 1962.
Il Sindaco Mohrs nel suo discorso ha cercato di immaginare come si saranno sentiti gli Italiani, quando hanno lasciato la loro Patria, il loro Paese, le proprie famiglie. È stato di sicuro un misto di curiositá e paura, il desiderio di fare fortuna, ma anche la speranza di ritornare un giorno a casa. Mohrs ha lodato l´efficienza degli Italiani nella costruzione della cittá e la riuscita integrazione con il popolo tedesco.
Il buon lavoro svolto insieme ha fatto sì che Wolfsburg sia diventata modello per il successo integrativo e per l´ospitalitá, ha detto l´Assessore Minardi; Pesaro Urbino é fiera dell´amicizia con Wolfsburg.
Dopo l´incontro alla stazione, tutti sono stati invitati al ristorante “Föhrenkrug” per un rinfresco. Ha fatto seguito una funzione religiosa in forma ecumenica nella 1° Chiesa di Wolfsburg San Cristoforo costruita tra il 1950- 51. È stata viva la commozione dei partecipanti nell´ascoltare il vivo apprezzamento per gli Italiani, espresso dal Prelato Günther e poi le letture apostoliche scelte per l ´occasione in lingua Italiana dal Parroco Don Giuseppe Brollo e poi in tedesco dal Pastore Peer Schladebusch. Un esteso e commovente racconto sulla storia della Chiesa di
S. Cristoforo e dei primi anni a Wolfsburg é stato presentato in modo eccellente dal Cav Dott. Franco Matteucci il quale ha tenuto a ricordare come sin dall´inizio della storia, lo Stato Italiano non solo cercava di procurare lavoro e pane agli Italiani, ma ha sempre provveduto anche per la loro guida spirituale e ha elencato i diversi parroci che hanno assistito gli italiani, per primo Don Enzo Parenti. Dopo tutti si sono recati al “Mobile Life Campus" di Fallersleben, organo attivo della Volkswagen con mezzi di trasporto messi a disposizione dagli organizzatori. La VW e la cittá hanno invitato piú di 200 persone tra cui l`ex Direttore VW, Prof. Carl.H.Hahn, il vecchio Sindaco H. Simson, l`ex Sindaco Rolf Schnellecke e l´Ambasciatore Italiano Michele Valensise.
Il Capo del Direttivo della Volkswagen Horst Neumann ha salutato i presenti e ha aggiunto che statisticamente oggi 1458 Italiani sono impiegati nella fabbrica. Wolfsburg é la dimostrazione di come integrazione e lavoro collettivo possono funzionare, la cittá sarebbe povera senza gli Italiani che hanno portato cultura, passione per il pallone e amore per le belle macchine. Il risultato é che le nostre macchine sono piú Italiane che mai, ha detto Neumann.
Presente alla manifestazione anche Bernd Osterloh, capo della Commissione Interna della VW, sposato con una donna Italiana, che ha affermato che l´integrazione é talmente riuscita che non si distingue piú se un operaio é italiano oppure tedesco.
Nel suo saluto l´Ambasciatore Valensise ricordava che con la venuta degli Italiani a Wolfsburg é avvenuto qualcosa di nuovo: gli Italiani sono venuti portando in terra straniera le cose migliori.
La loro serietá, il loro interesse per la cultura e la capacitá del vivere insieme. "Provo ammirazione per queste persone che anche vivendo fuori dall´Italia hanno peró mantenuto la loro cultura", ha detto Valensise. Ha espresso compiacimento per l´emblema “Amore Mio" che al momento viene stampato sulle buste in onore degli Italiani.
Ad animare la manifestazione si é esibito il Gruppo dei ragazzi della Scuola italo-tedesca Leonardo da Vinci con la Tarantella, sotto la direzione di Gaetano Stazzone.
La giornata si é conclusa con una visita nella Volkswagen alle 18.30 dove gli ospiti hanno avuto modo di vedere come il lavoro sia cambiato in fabbrica e ascoltare un po’ di storia, ma anche i progetti di innovazione nel settore automobilistico dell`azienda.
Il nostro pensiero va a coloro che non ci sono piú, ma che sono stati i pionieri a Wolfsburg. Alcune delle loro mogli vivono ancora nella nostra cittá, con i loro figli e nipoti che a loro volta hanno costruito qui le loro case. Le donne rimaste sole, che ricordano in silenzio, mentre gli occhi si riempiono di lacrime nel ricordo della persona amata e di una vita che forse immaginavano diversa. Peccato che queste donne siano state dimenticate per questa festa, anche se hanno occupato un posto importante accanto ai loro uomini. Noi peró ringraziamo quelli che oggi sono assenti, é grazie a loro che oggi per noi é stato piú facile integrarci e capire che il ricordo del Paese in cui si è nati si porta nel cuore quando si ha la volontá di guardare avanti e di avere lavoro, amici e famiglia.
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