Da alcune settimane si sta creando una particolare polemica dovuta all’idea del Governo nazionale di spostare la statua di Cristoforo Colombo dalla Capitale Federale alla città di Mar del Plata. La strana idea è nata da un “profondo pensiero” del dott. Olvaldo Bayer, persona conosciuta come studioso e attento storico, ma in questa occasione il suo suggerimento al Governo non è stato propriamente brillante.
La storia. Il monumento è stato opera dello scultore italiano Arnaldo Zocchi; fu pagato dal magnate di origine italiana Antonio Devoto (cui è stato intitolato addirittura un intero quartiere) per celebrare il 1º centenario della Rivoluzione di maggio e fu regalato al potere esecutivo ed al popolo argentino che lo accettò con legge 5.105 del 26 agosto 1907; venne sistemato in un’area – il “Parque Colon” – appositamente intitolata al grande navigatore genovese, ma non è mai stato considerato monumento storico nazionale. Il 6 giugno di quest’anno, però, è stato dichiarato dal Governatore Mauricio Macri, in polemica con il Governo nazionale, “bene integrante del patrimonio storico e culturale della Città Autonoma di Buenos Aires”.
Le caratteristiche. L’intero monumento pesa 623 tonnellate ed è alto 26 metri, mentre la sola statua di Colombo pesa 38 tonnellate ed è alta 6 metri e mezzo. È tutto scolpito in marmo di Carrara e la base è costituita da un intero blocco.
La polemica. Il Segretario alla Presidenza della Nazione, Cesar Parrilli, si è fatto portavoce della Presidente della Repubblica Argentina, Cristina Fernandez, per procedere al trasferimento del monumento, ipotizzando di installare al suo posto una statua di Juana Azurduy, eroina della resistenza argentina, nata in Bolivia, che fu nominata post mortem generale dell’esercito argentino. Questo ha provocato un diretto confronto tra la Presidenza della Nazione, la numerosa comunità italiana operante e vivente in Argentina e lo stesso Governo della Città Autonoma di Buenos Aires. In tutto il Paese, lunedì 3 giugno è stato celebrato il giorno dell’immigrante italiano in Argentina, dichiarato con legge 24.561 approvata dal governo nazionale nel 1995, e per celebrare questo avvenimento la collettività italiana si è organizzata per riunirsi di fronte al monumento per protestare.
La protesta, avanzata oltre che dal Governo della Città Autonoma di Buenos Aires, è stata ufficializzata dall’Avv. Dario Ventimiglia il quale ha presentato un ricorso alla Magistratura che ha sospeso il trasferimento, già in fase di mobilitazione attraverso la sistemazione di una enorme gru mobile.
L’ambasciatore italiano, Guido La Tella, aveva chiesto tempestiva udienza alla Presidenta ma fino ad oggi, nel momento in cui scriviamo (16 giugno 2013), non ha ricevuto risposta.
Conclusione. Questo fatto rappresenta un’offesa per la comunità italiana e la mobilitazione in atto è giustificata anche per un fatto culturale: non il Governo italiano, ma la comunità italiana ha offerto la statua per un riconoscimento al Paese che l’ha accolta. Se vi sono riparazioni da effettuare (così è stato avanzato), vi sono aziende pronte ad occuparsene a proprie spese. Può essere installata in questa stessa area, e sarebbe accettata benissimo, anche la statua della Azurduy, ma spostare quella di Cristoforo Colombo appare realmente un’assurdità. Voglio credere che la Presidenta ripenserà a questo trasloco per il buon rapporto con la comunità italiana, ed anche per un’inutile e sostanziosa spesa.
*presidente USEI, Unione Sudamericana Emigrati Italiani
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