Lo riferisce la Tribuna Italiana, periodico italiano edito in Argentina. Lunedì prossimo, 26 settembre, il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, incontrerà gli italiani residenti in Argentina nel Teatro Coliseo, per spiegare la riforma della seconda parte della Costituzione Italiana, secondo quanto ha annunciato il Consolato generale d’Italia a Buenos Aires. L’invito è aperto a tutta la comunità e l’ingresso sarà libero e fino alle ore 18 e dopo i necessari controlli di sicurezza.
Boschi è stata la prima spada del presidente del Consiglio Matteo Renzi nella battaglia per ottenere la riforma della Costituzione al Parlamento. Ora sarà sottoposta al giudizio degli elettori con un referendum che sarà convocato nei prossimi giorni e che dovrebbe tenersi probabilmente entro il mese di dicembre.
La ministra Maria Elena Boschi, 35 anni, una tra le più strette collaboratrici di Renzi, è stata la grande protagonista del duro e vittorioso percorso del progetto di riforma della Costituzione, che ha superato la doppia approvazione del Senato e della Camera, (ultimo voto lo scorso 12 aprile a Montecitorio) secondo quanto previsto, appunto, dalla Carta Magna.
In due anni il ministro ha raggiunto l’obiettivo fissato da Renzi, la riforma della Costituzione e la riforma della legge elettorale, il cosiddetto “Italicum”, sulla cui costituzionalità è attesa una sentenza della Corte Costituzionale.
LA RIFORMA Il ddl Boschi, che riforma la seconda parte della Costituzione italiana approvata dal Parlamento, prevede tra l’altro la fine del bicameralismo paritario, dato che il Senato rappresenterà gli Enti territoriali e avrà una funzione legislativa ridotta. Solo la Camera sarà titolare del rapporto fiduciario con il governo, che potrà contare su tempi certi per l’approvazione delle leggi. Il senato diventa un organo rappresentativo delle autonomie regionali (si chiamerà “senato delle regioni”), composto da 100 senatori (invece dei 315 attuali) che non saranno eletti direttamente dai cittadini. Infatti 95 di loro saranno scelti dai consigli regionali che nomineranno con metodo proporzionale 21 sindaci (uno per regione, escluso il Trentino Alto Adige che ne nominerà due) e 74 consiglieri regionali (minimo due per regione in proporzione alla popolazione e ai voti ottenuti dai partiti). Questi 95 senatori resteranno in carica per la durata del loro mandato di amministratori locali. A questi, si aggiungeranno cinque senatori nominati dal presidente della Repubblica che rimarranno in carica sette anni.
Vengono abolite le Province e nei rapporti tra Stato e Regioni scompare la competenza legislativa concorrente, fonte in questi anni di numerosi contenziosi. Abolito anche il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL). Una riforma che arriva dopo decenni e che il ministro Boschi spiegherà agli italiani in Argentina, lunedì prossimo al Teatro Coliseo.
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