Indubbiamente tra i figli d’Italia più celebri e celebrati della storia c’é il navigatore genovese Cristoforo Colombo che in sé racchiude felicemente alcune delle doti tipicamente italiche. Sognatore, intuitivo, coraggioso, tenace. Colombo é così amato ed apprezzato da tutti che ciascuno gli ha attribuito il cognome nella sua propria lingua, Columbus e Colon, per il desiderio di sentire questo personaggio come appartenente a tutti e ad ognuno. Non va dimenticato però che Cristoforo Colombo é propriamente ed indiscutibilmente italiano.
Seppure intrepido dominatore di mari allora ignoti, Colombo, o meglio, la sua effigie buenariense, nulla ha potuto contro la limitatezza di vedute della passata gestione politica argentina che ne ha malevolmente decretato lo sfratto dal suo sito originario.
Nonostante il monumento fosse divenuto oramai una presenza storica, a guardia della Casa Rosada fin dal 1921, proprio nell’ultima parte del suo mandato presidenziale Cristina Kirchner riuscì a vincere la resistenza a tratti strenua di alcune parti della comunità italiana e a mettere in atto il suo infausto progetto. Non possiamo fare a meno di rammentare con gratitudine che la costanza e la generosa dedizione di alcune associazioni e specialmente quella dei soci del Circolo Italiano di Buenos Aires hanno fatto sì che fosse ritardato moltissimo l’effettivo trasferimento dell’italica effigie.
La statua di Cristoforo Colombo fu donata dalla Comunità Italiana alla Nazione Argentina come gesto di fratellanza e buon auspicio per la ricorrenza del Centenario della Rivoluzione di Maggio Argentina. Lo scultore fu Arnaldo Zocchi, che si impegnò ad ultimare e mettere in esercizio l’opera. Il monumento è diventato nel tempo testimonianza degli eventi storici del secolo passato e fu compagno delle successive generazioni di italiani che poi divennero italo-argentini. Il suo sito fu luogo di attrazione per migliaia e migliaia di persone: argentini e visitatori, che apprezzavano sia l’opera scultorea sia il simbolo che essa rappresentava.
Con il suo prezioso marmo di Carrara e il colossale peso di 623 tonnellate, la statua di Colombo era vista come un gigante buono che custodiva ed impreziosiva la Piazza di Maggio, punto strategico e rappresentativo della città di Buenos Aires.
L’anno 2013 portò con sé l’infelice conclusione della vicenda iniziata con la decisione dell’allora Presidente Cristina Kirchner: il monumento di Colombo venne smontato e lasciato in stato di abbandono; molte sue parti rimasero esposte alle intemperie. Si aprì in quell’occasione una ferita che ha sanguinato troppo a lungo in chi attivamente si sentiva parte della comunità italiana. Noi italo-argentini sempre abbiamo associato all’amore e gratitudine per l’Argentina che ci ha amorevolmente accolto, il profondo sentimento di identità e di appartenenza alla nostra Italia, culla della civiltà occidentale e luogo di origine della maggioranza degli abitanti di questo grande Paese.
Vivendo in prima persona questi forti sentimenti di appartenenza all’Italia, come Presidente del Partito Usei, ho sentito l’esigenza di farmi promotore di una grande iniziativa per la salvaguardia della statua di Colombo, simbolo universale di unione tra i popoli. Ho quindi presentando un ricorso per vie legali che in sostanza chiede la restituzione del monumento al suo luogo di collocazione originario: Piazza Colón. Con l’obiettivo di realizzare un’azione ampiamente condivisa e congiunta, sono entrato in contatto con numerose associazioni ed enti Italiani che, in qualche caso da più di un secolo, operano in campo sociale ed umanitario sul territorio argentino.
Tra queste desidero nominare l’Unione e Benevolenza (1858), l’associazione Nazionale Italiana di Socorro Mutuo e Cultura (1861), l’Associazione italiana di Mutuo Soccorso "Fraternità e Unione" di San Miguel (1890), la Societá Italiana di Mutuo Soccorso di Adrogue (1878), l’Acli (1945), il Centro cultural Italiano (1959) e FABIA – FEDERACION DE ASOCIACIONES BONAERENSES ITALIANAS EN ARGENTINA (1995).
Per assisterci nella parte legale della nostra complessa iniziativa abbiamo chiesto ed ottenuto la prestigiosa collaborazione dell’Avv. Alejandro Marrocco, che ha voluto orientare la sua strategia verso un innovativo approccio giuridico: l’apertura della piazza di Maggio per poter ospitare il monumento e permettere al popolo di apprezzare le sue bellezze, come esprimeva lo spirito della legge che ha fatto arrivare il monumento nel 1907.
La cupa visione kirchnerista dell’asse Venezuela-Bolivia-Argentina-Cuba é ormai un lontano ricordo; onore, certo, a Juana Azurduy, eroina del concetto di indipendenza nazionale dei paesi latinoamericani, ma onore anche e soprattutto alla cultura occidentale che quei concetti di libertà ed indipendenza ha partorito e tramandato.
Per noi dell’USEI é giunto il momento di mettere un punto conclusivo a questa vicenda, senza però chiudere in un cassetto i fatti e le responsabilità oggettive, ma pretendendo che gli attori della vicenda riconoscano le loro responsabilità. Noi pensiamo che sarebbe necessario ripristinare il sito della statua di Colombo presso la Casa Rosada. Dobbiamo agire stringendoci intorno a obiettivi condivisi per dimostrare alle autorità politiche argentine che la comunità italiana é fiera ma anche ragionevole e disponibile, che è sempre attiva e soprattutto unita!
Noi dell’USEI esortiamo tutti a non dimenticare la questione della statua di Colombo e a collaborare ad un insieme di azioni, legali, politiche, sociali e culturali che mettano fine all’ingiustizia in modo onorevole ed appropriato. L’ammiraglio Colombo è un orgoglio profondamente italiano: riuniamoci fraternamente, noi italiani d’Argentina, per difenderlo e celebrarlo come merita.
*presidente USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani
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