Il gruppo Italiani bloccati in Brasile, che oggi si compone di più di 600 membri in Facebook, ha come obbiettivo parlare in nome dei 1500 italiani e residenti in Italia che sono bloccati in Brasile e non possono tornare in Italia, paese dove vivono, a causa dell’ordinanza del giorno 16 gennaio e prorogata il giorno 30 gennaio.
Dopo la lettera aperta al Presidente Sergio Mattarella il gruppo è riuscito a far divulgare i propri appelli sui principali mezzi di comunicazione in Italia e ha raggiunto l’appoggio pubblico di alcuni politici – come il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE – e dell’Ambasciata italiana in Brasile, ma non ha ancora ottenuto nessuna risposta da parte delle autorità italiani e sono ancora bloccati in Brasile. La situazione del governo italiani di questi giorni preoccupa molto il gruppo che teme per la proroga dell’ ordinanza. Il gruppo si rivolge quindi al Santo Padre Papa Francesco con l’obiettivo di far sapere la situazione umanitaria disperata di queste persone.
“Sua Santità Papa Francesco,
Ci appelliamo a Lei in quanto cittadini italiani e residenti in Italia bloccati in Brasile da ormai 25 giorni, da un’ordinanza ministeriale del Ministro della Salute in Italia, Roberto Speranza del 16 gennaio 2021, prorogata il 30 gennaio. Questa ordinanza di fatto vieta chiunque sia stato in Brasile negli ultimi 14 giorni di entrare in Italia e non prevede eccezioni. Per questo motivo a più di 1500 persone è stato impedito di tornare nella propria casa e adesso si trovano, molte di queste, in situazioni gravi: ci sono persone senza soldi, bambini che rischiano di perdere l’anno scolastico, adulti che hanno già perso o che rischiano di perdere il lavoro, persone che hanno bisogno di cure mediche ma soprattutto tante famiglie divise. L’ordinanza in questione va contro le linee guida dell’ Unione Europea, viola la costituzione italiana e soprattutto viola l’articolo 13 dei diritti umani universali e la propria Dottrina Sociale della Chiesa: ogni cittadino ha il diritto di ritornare nella propria nazione. Nessun altro paese al mondo ha abbandonato i suoi cittadini in questo modo e lasciare queste persone, alcune in situazione di disagio, in un paese ad alto rischio contagio è un abbandono crudele. Nonostante le diverse richieste fatte dal gruppo alle autorità italiane, nessuna risposta finora è arrivata. Le chiediamo umilmente di pregare per noi, le chiediamo di pregare perché i politici italiani possano guardare verso questi suoi cittadini che sono stati dimenticati e ci facciano tornare a casa il prima possibile, seguendo tutti i protocolli di sicurezza imposti in tutto il resto del mondo”.