Bruxelles – “Soddisfatto dell’incontro, perché abbiamo presentato il gruppo che lavora con il Movimento delle Libertà e perché abbiamo annunciato il progetto della Consulta per le eccellenze italiane nel mondo. Ora andiamo avanti con la presentazione delle liste per i Comites”. È quanto dichiara Massimo Romagnoli, presidente MdL, a ItaliaChiamaItalia, a margine del dibattito Primavera di Libertà, sabato 24 marzo a Bruxelles.
Lei, presidente Romagnoli, ha dichiarato che l’Mdl presenterà liste autonome per le elezioni dei Comites. Questo non vi mette in contrasto con il Pdl?
"No, perché dove saranno presenti le liste del Pdl non presenteremo alcuna lista autonoma".
Quindi, se il Pdl dovesse coprire totalmente il territorio, Mdl rinuncerebbe alla possibilità di presentare le proprie liste?
"Non credo che questa ipotesi si realizzerà perché, in questo momento, il Pdl non ha la forza organizzativa necessaria per realizzare tutto ciò".
Quali sono le prossime tappe del Movimento?
"Abbiamo in cantiere gli incontri di aprile a Monaco, Instanbul e Atene".
Questi viaggi serviranno per la definizione delle liste o avete già in mente i nomi?
"Abbiamo già individuato le persone più idonee, ma gli incontri serviranno proprio per controllare la lista dei candidati che il coordinatore mi proporrà sul posto e che, eventualmente, presenteremo entro settembre. Creare una lista non significa solo trovare dei nomi, bisogna capire chi è la persona più idonea per ogni categoria, dalle donne ai giovani, ad esempio".
Nell’intervento durante la riunione del Club della Libertà ha ricordato la difficoltà delle imprese italiane che, all’estero, non riescono a vincere i giusti appalti. La situazione non è migliorata negli anni?
"No, questa carenza è ancora presente, il problema è che le imprese italiane all’estero non riescono a fare rete".
Chi dovrebbe sostenerle, in questa missione?
"Molto dipende dall’ambasciatore di quel Paese, da quanto è bravo a intessere rapporti e fare lobby. Negli ultimi anni questa capacità non è migliorata, molti ambasciatori non capiscono l’importanza dell’imprenditoria italiana".
Si avverte molta amarezza nelle sue parole…
"Amarezza sì, ce n’è molta per la mancanza di organizzazione verso gli italiani all’estero. Chi sta in Italia si preoccupa di chi vive in Italia e, spesso, si dimentica di noi".
Questa amarezza si può trasformare nella voglia di creare un altro partito?
"No, non farei mai un altro partito".
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