I lavori del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero svoltisi la scorsa settimana a Roma presso il Ministero degli Esteri, meritano alcune considerazioni. L’assemblea del Cgie era particolarmente attesa perché si teneva dopo l’insediamento del nuovo governo guidato da Enrico Letta e dopo lo svolgimento dei Coordinamenti dei Comites di tutto il Mondo. Anche l’Intercomites svizzero ha svolto diligentemente il proprio compito sabato 21 giugno a Berna. Ci siamo confrontati sulle questioni che maggiormente toccano i nostri connazionali, a cominciare dai Corsi di lingua e cultura italiana fino alle problematiche che investono i pensionati Inps residenti all’estero. I drastici tagli praticati dall’ultimo Governo Berlusconi, hanno iniziato ad intaccare il numero degli allievi dei corsi di lingua e cultura italiana organizzati in tutto il territorio elvetico. In un anno si registra un calo di 800 allievi: quest’anno sono 11.885 invece dei 12.683 dell’anno precedente. Il grande sforzo compiuto dalle Direzioni didattiche, dagli Enti gestori, dai Comitati genitori e dai genitori, i quali contribuiscono finanziariamente per sostenere le lezioni ai loro figli, non è stato sufficiente a colmare la riduzione del numero dei corsi.
Non possiamo considerare questo dato come un semplice calo fisiologico. Occorre alzare la nostra voce, intensificando l’impegno di tutti per recuperare il terreno perso. Non bastano i segnali positivi arrivati ultimamente prima dal Governo Monti ed ora dal Governo Letta, con l’integrazione di risorse finanziarie allo stanziamento del 2013 a favore di Enti gestori, l’Assistenza a indigenti e bisognosi, ai Comites e al Cgie. Il piano di riduzione della metà degli insegnanti di ruolo, che si dovrebbe concludere entro il 2017, deve essere respinto. Agli Enti gestori virtuosi occorre dare più mezzi e risorse, considerando, comunque, che non basta l’aumento delle risorse per assicurare un futuro ai corsi di lingua e cultura. E’ ora di mettere mano sul serio a questo settore di primaria importanza per l’Italia e gli italiani nel Mondo.
Ho seguito i lavori del CGIE grazie alle Agenzie di stampa specializzate, che insieme a tante altre valorose testate di settimanali e periodici tengono accesi i riflettori sugli italiani all’estero. Mi aspettavo, sinceramente, da parte di tutti, prese di posizione più decise e qualche idea mobilitante. Il sottosegretario Bruno Archi non ha portato novità. Il ministro degli Esteri Emma Bonino si è limitata ad assicurare il rispetto della legge che impegna il Governo a far svolgere il rinnovo dei Comites entro il 2014. A mio giudizio ciò non basta! In questo modo non possiamo programmare un granché. Sia i Comites che gli Enti gestori restano avvolti nell’incertezza.
Come Intercomites della Svizzera abbiamo indicato la necessità di votare entro l’anno! E poi, come votare? Elettronicamente? No, grazie! Per fortuna non è stato introdotto come alternativa il voto con “i piccioni viaggiatori”! Occorre ottenere subito l’indizione delle elezioni spingendo il governo a stabilire la data e le modalità attraverso il regolamento di attuazione. Sono d’accordo con il Segretario del Cgie, Elio Carozza, quando afferma che si può votare con questa legge. Credo che sia inutile attendere ancora la fantomatica riforma. Una raccomandazione a tutti, parlamentari e funzionari: per favore, risparmiateci inutili e retorici appelli ad una riforma che mai si farà. Ridiamo linfa ai Comites con nuove energie e andiamo poi al rinnovo del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero istituito nel 2004, un’altra era. In nome delle riforme non sono più accettabili lungaggini che servono unicamente a delegittimare tutti.
Nel 2009 il primo rinvio fu motivato per dare la possibilità al Parlamento di modificare la legge sui Comites e CGIE. Nel 2012 secondo rinvio motivato dalla crisi finanziaria. Oggi, addirittura si parla di una possibile cancellazione della Circoscrizione elettorale estera. Di male in peggio. Dobbiamo essere attenti a non cadere in tranelli che pagheremmo a caro prezzo. Proprio sulla Circoscrizione estera dobbiamo essere fermi nella difesa di una conquista democratica, senza voler fare i primi della classe indicando compromessi ancor prima che lo scontro si apra. Difendiamo questo diritto con forza, rifiutando ipotesi di mediazione. La democrazia (partecipazione e rappresentanza) non si negozia.
Proprio sul tema delle rappresentanze democratiche degli italiani all’estero, il Comites di Zurigo il 15 settembre riunirà le Associazioni della circoscrizione, in un incontro dibattito, per un ampio confronto sul futuro degli organismi elettivi. E’ una iniziativa che potrebbe essere promossa da tutti i Comites del Mondo. Ecco, dal CGIE mi aspettavo proprio un’idea attorno ad un tema capace di suscitare la mobilitazione di tutti i Comites. Lo possiamo fare direttamente noi, cari amici dei Comites. Facciamo sentire la nostra voce e coinvolgiamo Associazioni e cittadini nella nostra battaglia di Resistenza democratica.
*Presidente Comites di Zurigo
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