Fucsia Nissoli, deputata del gruppo Per l’Italia, intervenuta nell’Aula della Camera nella discussione sul decreto Irpef, ha detto: “Il gruppo Per l’Italia sosterrà il decreto Irpef”, ma “restiamo perplessi dalla decisione di aumentare il costo dei diritti consolari a 300 euro per l’acquisto della cittadinanza. Il nostro auspicio è che gli introiti derivati da questo nuovo tariffario servano a promuovere l’immagine e la cultura del nostro Paese all’estero e a sostenere le nostre comunità all’estero".
Nissoli assume dunque una posizione contrario a quella di Aldo Di Biagio, suo collega senatore, secondo il quale non è poi uno scandalo far pagare un contributo per la richiesta di cittadinanza. Di Biagio che proprio in queste ore è protagonista, insieme al coordinatore del MAIE Europa Gian Luigi Ferretti, di un acceso botta e risposta proprio sul tema dei 300 euro.
Nissoli, nella sua dichiarazione, è sembrata parlare inoltre a nome del gruppo, e non a titolo personale: “il gruppo Per l’Italia…”, dice Nissoli. E poi parla al plurale: “restiamo perplessi…”.
La deputata eletta nel Nord e Centro America continua: “in un momento in cui la crisi è stata globale e ha colpito sia la famiglie di Roma che quelle di Buenos Aires, piuttosto che di Caracas o di New York, non ci convince la decisione di aumentare la tariffa consolare per il riconoscimento della cittadinanza italiana a 300 euro e per il rilascio del passaporto a 73,5 euro oltre al costo del libretto, sia perché potrebbero essere mal percepiti dai nostri concittadini, sia perché sappiamo che tali incassi non ritornano nelle casse consolari portando ad un effettivo miglioramento dei servizi offerti. Effettivamente, se andiamo a vedere gli introiti derivanti dal rilascio di visti consolari, troviamo che dei 94milioni di euro incassati", secondo i dati riferiti dalla Farnesina, "neanche un euro è rimasto nelle casse del Mae, per il miglioramento della rete consolare, ma sono andati a finire tutti nel calderone del Mef".
Ancora al plurale: “non ci convince”…
Secondo Nissoli “non è certo chiedendo i 300 euro agli italiani che hanno perso la cittadinanza per riacquistarla che si risolvono i problemi della crescita”.
Di Biagio e Nissoli: il primo al Senato, la seconda alla Camera, stesso gruppo parlamentare ma idee diametralmente opposte sullo stesso tema. Capita.
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