Claudio Micheloni, senatore eletto nella ripartizione estera Europa e residente in Svizzera, autosospesosi nelle scorse ore dal Pd, ora si dice pronto a lasciare il partito. “Non ho secondi fini, non seguo logiche di corrente, ma solo la mia coscienza”, afferma. E la ‘coscienza’ gli dice che la riforma del Senato targata Matteo Renzi non la voterà mai.
L’eletto oltre confine sulla questione riforma del Senato ha pure presentato due ddl. Entrambi prevedono il Senato elettivo.
"Vorrei poter discutere, lavorare dentro il Pd. Nessuno di noi vuole frenare le riforme. Su 5000 emendamenti, noi ne abbiamo presentati solo 25. Ma io questa cosa davvero non la posso condividere. Sono da 8 anni al Senato e non ci sto a distruggere la Costituzione. E a me ‘prendere o lasciare’, al di fuori di mia moglie, non me lo dice nessuno…”.
Abruzzese di origine, Micheloni continua: "Mai potrò votare un Senato ridotto a Camera di nominati. I senatori devono essere eletti perchè solo in questo modo il Senato resta una camera di garanzia. La verità è che questa impuntatura sulla non elettività nasconde il vero progetto del governo", ovvero “un sistema con un uomo solo al comando e questa non la chiamo democrazia”.
Il senatore spera che lunedì “si possa trovare un punto di intesa” con Zanda. “Altrimenti, specifico che la mia è una posizione personale, proporrò agli altri colleghi di formare un nostro gruppo. Un gruppo non di opposizione al governo, ma che valuterà caso per caso le proposte e che sulle riforme ha una posizione diversa dal governo".
Valutare “caso per caso”: è l’opposizione “responsabile” di Forza Italia, per esempio, o quella del MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero. Ora Micheloni pare pensarla allo stesso modo.
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