Roma – I primi fatti concreti si cominciano a intravedere, a cominciare dal congelamento delle chiusure consolari, “tra i primi provvedimenti del ministro Terzi”. È soddisfatto del nuovo esecutivo, ma ora si aspetta di più. Eugenio Marino, responsabile del Pd nel mondo, si pone in maniera ottimistica sulle questioni legate ai connazionali residenti all’estero, mentre non si stupisce per le recenti dichiarazioni del suo collega Pdl.
Marino, lei si è espresso più volte in maniera negativa sul conto del senatore Caselli che, in questi giorni, torna a far parlare di sé con le sue dichiarazioni nelle quali nega di aver svolto, nell’ultimo anno, il ruolo di responsabile per il Pdl estero. La vicenda non sembra stupirla…
No, affatto. Queste dichiarazioni non mi stupiscono più di tanto perché Caselli ci ha già abituato a sparate di questo genere, penso alla famosa frase di Berlusconi e i dieci milioni di euro. Inoltre, mi sembra inutile sottolineare che, se una persona si dimette da un ruolo, evidentemente prima lo ricopriva. È quindi inutile, da parte sua, continuare a negare l’incarico di responsabile.
Molti eletti all’estero hanno dichiarato a ItaliaChiamaItalia di aver incontrato il senatore in vesti ‘ufficiali’, mentre si presentava come riferimento del Pdl nel mondo in occasioni pubbliche. Anche lei può raccontare episodi di questo tipo?
Assolutamente sì, ha addirittura firmato la lettera con la quale abbiamo chiesto un incontro a Catricalà per parlare degli italiani nel mondo. È preoccupante l’atteggiamento di Caselli perché proviene da quello che, fino a poco tempo fa, era il primo riferimento per i connazionali all’estero del principale partito di governo. Più di una volta l’ho definito come il re del piccolo principe e continuo a pensarla allo stesso modo.
Tutto questo avvantaggia voi del Pd…
No, questo non avvantaggia nessuno e svantaggia l’immagine degli italiani all’estero. Nella realtà dei fatti è Caselli il responsabile del Pdl nel mondo, anche se lui dice di no.
A proposito di fatti, la tanto attesa riforma dei Comites e del Cgie è ancora da realizzare? O si tratta, ormai, di un argomento superato?
Al contrario, si deve procedere con le elezioni del Comites e del Cgie prima ancora che con la riforma. Siamo andati da Catricalà, in rappresentanza di tutti i partiti, proprio per questo motivo. Abbiamo chiesto che si proceda entro l’estate al rinnovo perché i Comites hanno bisogno di nuova linfa. Mi auguro che si affronti questo tema il prima possibile.
Il governo Monti fa finta di non sentire?
No, ma spero che questo governo passi all’azione, oltre ad ascoltarci. Il precedente esecutivo non si prendeva nemmeno la briga di ascoltarci.
La squadra di Monti si sta dimostrando capace di tante parole ma di pochi fatti, nei confronti degli italiani all’estero?
Niente affatto. Abbiamo chiesto il congelamento delle chiusure consolari e il ministro Terzi l’ha applicato tra i suoi primi atti. Ora stiamo aspettando anche gli altri atti concreti.
Non è poco realistico pensare di risolvere tutto entro l’estate?
No, mi sembra un tempo sufficiente. D’altronde Catricalà ci ha già ricevuto e ha preso atto delle cose che abbiamo chiesto, scrivendo ai ministri e ai segretari competenti in ogni disciplina. Aspettiamo che queste buone intenzioni si traducano in realtà, spero entro luglio.
Quali sono le prossime mosse per gli italiani nel mondo? C’è qualche iniziativa che possiamo anticipare ai lettori?
A Catricalà abbiamo chiesto dei tavoli di discussione tematici con lui e con i ministri interessati. Valuteremo le prossime mosse in base a quello che succederà, se inizierà a cambiare qualcosa chiederemo altri incontri.
In questo momento si respira aria di collaborazione tra partiti. È una finta luna di miele?
Stiamo provando a collaborare, noi del Pd non abbiamo mai escluso il dialogo ma, durante il governo di Berlusconi, non sono mai stati aperti tavoli di dibattito. L’esecutivo Monti si dimostra maggiormente aperto e più sensibile, anche i deputati Pdl vogliono tornare a dialogare in questo momento.
È di questi giorni il dibattito sulla sentenza Mills. Come commenta la frase di Bossi, che ha parlato di una decisione politica volta a non affossare il maggiore partito a sostegno del governo Monti?
Io non commento le sentenze, per rispetto della magistratura. I giudici devono fare il loro lavoro e farlo bene, semmai commento gli atti politici ma, in questo caso, non c’è stata alcuna sentenza politica. Si è applicata solo la legge e l’accorciamento dei termini di prescrizione che è stato fatto dal governo precedente. In pratica, i giudici hanno applicato la legge voluta da Bossi e Berlusconi. Se l’ex premier vuole togliere il dubbio all’opinione pubblica basta che si riduca la prescrizione e si faccia giudicare, abbiamo molti esempi di persone che lo hanno fatto.
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