Gli italiani all’estero sono ormai abituati a sentire i propri rappresentanti in Parlamento parlare di “ordini del giorno”. Un ordine del giorno è un atto scritto proposto un parlamentare che vuole esprimere una direttiva politica al Governo. Il Governo esprime il proprio parere sugli ordini del giorno, e se li accoglie sono in teoria vincolanti per l’esecutivo, che prima o poi deve onorare l’impegno al quale il Parlamento l’ha vincolato. In poche parole, il deputato segnala un problema, il Governo si impegna a dare soluzione.
Solo durante questa legislatura i nostri eletti all’estero hanno presentato ben 77 ordini del giorno in Assemblea. Quasi tutti sono stati accolti dal governo. Dunque tutti i problemi dei connazionali residenti oltre confini sono stati risolti, no? Non proprio…
Nella Circoscrizione Estero un candidato si presenta per rappresentare gli italiani residenti all’estero e portare le loro problematiche nel Parlamento. Ma una volta eletto, il deputato ovviamente rappresenta anche gli italiani residenti nel BelPaese, un parlamentare nazionale a tutti gli effetti.
Più papista del Papa, l’On. Alessio Tacconi, eletto in Europa nella lista del Movimento Cinque Stelle, ha presentato 11 ordini del giorno, che vanno da “garantire che i programmi delle regioni e provincie di Trento e Bolzano prevedano misure concrete ed efficaci per il potenziamento dei dipartimenti di salute mentale” a “valutare l’opportunitá di tenere conto dell’esito della valutazione tra gli attori istituzionali regionali e locali circa il futuro dell’impianto” nella discussione sulle “misure per la realizzazione su scala nazionale di un sistema adeguato ed integrato di gestioni di dei rifiuti urbani”.
Da grillino, dunque da esponente dell’opposizione, stanco di vedere i suoi ordini del giorno ignorati dal governo, il 13 aprile del 2015, l’On. Tacconi si è convertito alla maggioranza passando al Partito Democratico. Il giorno 19 dicembre 2015 si ricorda all’improvviso di essere stato votato dagli italiani residenti all’estero e così presenta il suo dodicesimo ordine del giorno – il primo riguardante temi legati al mondo dell’emigrazione – nel quale impegna al Governo a “valutare la possibilità di considerare a favore dei cittadini italiani residenti permanentemente all’estero ed iscritti all’Aire l’esenzione o riduzione del Canone Rai”. Impegno che finora il Governo non ha neanche considerato…
Ma non c’è solo Tacconi, ovviamente. L’On. Mario Caruso, anche lui eletto in Europa, si è così preoccupato di affrontare temi molto cari agli italiani all’estero, da impegnare il Governo “a valutare l’opportunitá di includere il comune di Teleauda all’Interno della ZFU (Zona Franca Urbana) di Carbonia Iglesias” (???). Impegno che per quanto sappiamo, ci corregga Caruso se sbagliamo, il Governo non ha ancora onorato. Ma siamo onesti, dei 9 ordini del giorno presentati dall’On. Caruso , cinque – cioè la maggioranza – interessano direttamente gli italiani nel mondo, con particolare riferimento alla questione IMU.
Sulla questione Imu italiani all’estero sono stati presentanti tanti ordini del giorno, un po’ da tutti i rappresentanti in Parlamento degli italiani nel mondo. Ed è proprio l’analisi di questo tema particolare a dimostrarci quanto poco sia vero che gli Ordini del Giorno servono davvero a dare soluzione ai problemi. Perché se la logica è che un ordine del giorno impegna il Governo, il susseguirsi nel tempo di ordini del giorno sullo stesso tema, che cosa significa se non l’inutilità di questo strumento?
Sulle abitazioni in Italia dei residenti all’estero e l’imposta municipale (TASI o IMU) hanno presentato come primi firmatari Ordini del giorno: l’On. Caruso (18/6/2013 e il 15/10/2013), l’On. Farina (16/10/2013), l’On. Garavini (20/12/2013), l’On. Nissoli (il 20/5/2014 e il 17/6/2014, 18/1/2014), nuovamente gli On. Caruso (18/3/2015) e Farina (19/12/2015). Più o meno lo stesso testo, sempre impegnando il Governo a “valutare l’opportunità”, “compatibilmente con le esigenze di bilancio”, “nel limite del possibile”, tutti verbi, avverbi, aggettivi e sostantivi che indeboliscono la direttiva politica che è la essenza dell’ordine del giorno e investono il Governo della discrezionalità necessaria per non onorare l’impegno assunto.
Ma non c’è solo l’IMU. Altri temi sono stati oggetti di ordini del giorno che con più o meno la stessa formulazione si ripetono nel tempo. Molto significativi gli ordini del giorno che impegnano il governo a incrementare la dotazione finanziaria del contributo alle Camere di Commercio: due dell’On. Fedi (nel dicembre 2013 e dicembre 2015) e uno dell’On. Porta del 30/11/2014. Come è finita la storia? I fondi si sono incrementati? A noi non risulta. Naturalmente le pagine di ItaliaChiamaItalia sono a disposizione di chiunque abbia qualcosa da dire in proposito.
Anche sull’ignobile tassa di 300 per richiedere la cittadinanza italiana sono stati presentati diversi odg. Quei 300 euro servano a rafforzare la rete consolare, o meglio a migliorare i servizi consolari destinati ai connazionali, si chiede. Due parlamentari eletti in Sudamerica, lo stesso giorno, il 17 giugno 2014 presentano ordini del giorno: l’On. Bueno impegna il Governo “ad utilizzare parte delle nuove risorse provenienti dalla trattazione degli atti di riconoscimento della cittadinanza in maniera che possano affluire più direttamente al finanziamento delle singole sedi diplomatico consolari”, mentre l’On. Porta, che evidentemente sa che quanto proposto da Bueno non è possibile, ricorre al politichese per impegnare il Governo a “considerare l’opportunità di adottare un provvedimento per il ricorso, presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari, a procedure da concertare tra il Ministero degli esteri e quello dell’economia e delle finanze, volte alla contrattazioni con personale locale con la finalità di smaltire l’arretrato di pratiche di cittadinanza presentate presso gli uffici consolari”. Il Governo accoglie tutti e due gli odg, e siccome l’approvazione di un ordine del giorno non si nega a nessuno, l’esecutivo accoglie anche quello presentato lo stesso 17 giugno 2014 dall’On. Nissoli che impegna “ad assicurare che una quota degli introiti che deriveranno da questo nuovo tariffario siano destinati al potenziamento dei servizi consolari”.
Una domanda semplice: almeno qualcuno non poteva avvisare all’On. Nissoli che la sua collega Bueno ne aveva presentato una simile? Una domanda un po’ più complessa: nessuno legge gli ordini del giorno, così da rendersi conto che tanti sono solo dei doppioni? Mah.
Come è finita la storia? Il Governo ha onorato il suo impegno e ha potenziato il personale dei Consolati, si sono smaltiti gli arretrati delle pratiche? Tutti sappiamo che no, non è accaduto nulla di tutto questo. La prova del nove? E’ l’ordine del giorno presentato poco tempo fa, il 19/12/2015, casualmente un’altra volta dall’On. Porta, che impegna il Governo “a valutare l’opportunità di considerare e accogliere l’esigenza di dare attuazione all’iniziale intendimento di introdurre il tributo di 300 euro per migliorare i servizi consolari, disponendo, con successivo decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, la rassegnazione di una quota parte dei proventi al MAECI, affinché esso provveda a trasferire tali risorse ai consolati in proporzione alle percezione dei diritti realizzata in ciascun ufficio consolari e con l’esplicito mandato di riassorbire le giacenze delle domande di cittadinanza accumulatesi negli anni”. Ben 85 parole in una sola orazione grammaticale per dimostrare che il Governo non ritiene opportuno dare atto all’iniziale intendimento (paghiamo una tassa, ci forniscono il servizio) che ha dato origine al tributo. E poi c’è chi si domanda a cosa servono gli ordini del giorno!
Quattro ordini del giorno, tutti riguardanti le problematiche degli italiani all’estero, sono quelli presentati dall’On. Farina. Grammaticalmente e sintatticamente perfetti. Politicamente corretti. Tutti conosciamo la capacità oratoria e la grande cultura dell’On. Farina, una persona squisita. Leggere la premessa dell’Ordine del giorno da lui presentato il 16/9/2013, una sintesi storica di ciò che l’emigrazione ha significato per il nostro paese, è una carezza all’anima. L’On. Farina è un vero poeta. Ma per i risultati concreti dei suoi ordini del giorno, si arriva alla triste conclusione che evidentemente nel Governo nessuno ha amore per la poesia. Un vero peccato.
Più prolifica è la sua collega On. Laura Garavini. In questa legislatura ne ha presentati ben 13 di ordini del giorno, per lo più riguardanti gli italiani all’estro, ma anche la problematica del gioco d’azzardo a livello comunitario, e la materia penale ambientale. Su questo tema a luglio del 2013 ha impegnato il Governo “a introdurre nel nostro codice penale un nuovo titolo in materia di delitti contro l’ambiente, in cui ricondurre sia le fattispecie incriminatrici di inquinamento ambientale, si disastro ambientale e di distribuzione del patrimonio naturale”. Non abbiamo verificato se in questo caso il Governo ha onorato l’impegno.
Ma in un sistema repubblicano a legiferare non sono i parlamentari? È il Governo che deve introdurre nel codice penale una nuova fattispecie di delitto, o sono i legislatori che devono presentare una pdl riformando il Codice penale? Forse ci è sfuggito, ma tra le diverse proposte di legge presentate dall’On. Garavini in questa legislatura non abbiamo visto nessuna che riguardi questo tema. Forse gli ordini del giorno servono a trasferire la responsabilità di fare il proprio lavoro al Governo? Giudicate voi.
Non possiamo concludere questa nostra lunga riflessione senza fare un dovuto atto di giustizia. Perché se ci fosse un colore a identificare gli ordini del giorno, quello sarebbe senza dubbio il Fucsia. Non c’e tema riguardante gli italiani all’estero su cui non abbia presentato un ordine del giorno, anche se – come già abbiamo visto – sono repliche di quelli presentati dai colleghi. Il Governo non ha onorato nessun impegno, ma di certo con i suoi 21 ordini del giorno presentati chi non riconoscerebbe l’On. Fucsia Nissoli come la nostra Regina degli Ordini del Giorno?
Evidentemente gli ordini del giorno sono un strumento di pubblicità del parlamentare, che almeno così può cantare vittoria, ogni volta che il Governo ne accoglie uno. Poi se il Governo fa nulla… beh, è un altro discorso.
Conclusione? E’ evidente anche ai più ingenui che tutti questi ordini del giorno altro non sono che un rituale espiatorio, compiuto da un gruppo di parlamentari eletti all’estero costretti per ordini di partito a votare qualcosa che non giova agli italiani nel mondo. Così non si può continuare. Se davvero i nostri eletti all’estero vogliono ottenere un risultato concreto, debbono cambiare strategia, quella dell’ordine del giorno non serve a nulla.
TOTALE ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI (PRIMI FIRMATARI) DAI DEPUTATI ELETTI ALL’ESTERO durante l’attuale legislatura
NISSOLI 21 – (Per l’Italia) – di cui 15 al gruppo per l’Italia, 6 come Scelta Civica
GARAVINI 13 (PD)
TACCONI 10 (PD) – di cui 5 quando era M5S – 4 quando stava al Misto – 1 come PD
CARUSO 9 (Per l’Italia) – di cui 6 come per l’Italia, 3 Scelta Civica
PORTA 7 (PD)
FARINA 4 (PD)
FEDI 4 (PD)
LA MARCA 2 (PD)
PICCHI 2 (PDL)
BUENO 1 (USEI)
BORGHESE 1 (MAIE)
MERLO 1 (MAIE)
PER PARTITO:
PD: 31
Per l’Italia-Scelta civica: 30
M5S 5
Misto 4
PDL 2
MAIE 2
USEI 1
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