“Sospendere la riorganizzazione della rete consolare italiana, così come definita dal precedente Governo, al fine di avviare nelle opportune sedi, anche parlamentari, un confronto con quanti, istituzionalmente, si occupano delle problematiche relative ai cittadini italiani residenti all’estero, eletti all’estero, associazioni, Comites e Consolato generale degli italiani all’estero”. È quanto richiesto dai deputati del Maie Mario Borghese e Ricardo Merlo in una interrogazione al Ministro degli Esteri Mogherini.
“L’Italia oggi nel mondo – si legge nella premessa – è rappresentata attraverso le strutture consolari e le ambasciate, che svolgono un ruolo importante per la cooperazione politica, la promozione delle relazioni economiche, la cooperazione allo sviluppo, la cooperazione culturale e scientifica e per i servizi ai cittadini residenti all’estero o che si recano all’estero per studio o vacanze; il Movimento associativo italiani all’estero (Maie) da tempo denuncia politicamente la chiusura di numerose sedi istituzionali all’estero e i disagi dei connazionali ivi residenti. Sono oltre 4 milioni gli italiani residenti all’estero”.
“Tanto avviene – continuano i due deputati – in ottemperanza alle disposizioni normative contenute nel decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, concernente la cosiddetta spending review; seppur la ristrutturazione della rete degli uffici all’estero ottemperi ad una prescrizione normativa, la sua attuazione e la ridistribuzione degli uffici consolari e delle ambasciate deve esser realizzata in armonia con gli altri partner europei, tenendo in debito conto i nuovi scenari internazionali e geopolitici; per l’attuazione del piano di ridistribuzione degli uffici italiani all’estero la legge 6 novembre 1989, n. 368, all’articolo 3, comma 1, prevede un parere preventivo ed obbligatorio del Consolato generale degli italiani all’estero”.
Merlo e Borghese, dunque, chiedono di sapere “come mai si sia proceduto con il piano di chiusure, nonostante il parere negativo del Consiglio generale degli italiani all’estero, senza neanche consultare i 18 parlamentari eletti all’estero”, e “se il Ministro interrogato non ritenga di dover sospendere la riorganizzazione della rete consolare italiana, così come definita dal precedente Governo, al fine di avviare nelle opportune sedi, anche parlamentari, un confronto con quanti, istituzionalmente, si occupano delle problematiche relative ai cittadini italiani residenti all’estero, eletti all’estero, associazioni, Comites e Consolato generale degli italiani all’estero”.
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