La situazione politica italiana vive momenti di fibrillazione che sarebbe sbagliato ignorare, anche se la facciata del governo di larghe intese e lo sfondo da “volemose bene” si sforzano di mostrare volontà di perseguire e proseguire negli impegni presi. La politica è in continuo movimento, con equilibri tra forze che potrebbero cambiare da un momento all’altro. Non c’è solo il Popolo della Libertà a soffrire di incertezze e difficoltà per i continui attacchi giudiziari nei confronti di Silvio Berlusconi e per le diverse anime che si interrogano sul futuro del partito; anche il Partito Democratico è spaccato, e si prepara al congresso d’autunno fra scontri interni e dichiarazioni ondivaghe dei vari esponenti, che sembrano volersi misurare gli uni contro gli altri. Chi sarà il nuovo segretario nazionale del Pd? E sarà lui stesso il candidato premier? Matteo Renzi rimane affacciato alla finestra tra voglia di rivalsa e battute di ripicca.
Ma è la cosiddetta area centrista a vivere il momento più difficile. Mario Monti continua il suo inarrestabile declino, con il suo partito, Scelta Civica, che anche negli ultimi sondaggi attira sempre meno consensi. L’Udc di Pierferdinando Casini è moribonda, e cercare di mantenerla in vita è solo una sorta di accanimento terapeutico, andrebbe seppellita prima possibile.
E Beppe Grillo? La gente sta iniziando a capire che dietro alla protesta non esiste alcuna proposta; che dietro ai “vaffa” grillini c’è solo tanta rabbia e tanta disperazione, tanta teoria ma nessuna praticabilità. Provate a chiedere a quelli che hanno votato Grillo alle ultime Politiche se lo rivoterebbero in futuro: la maggior parte di loro dirà di no. Nel frattempo il M5S in Parlamento perde i pezzi e se continua così dopo l’estate i grillini nel Palazzo si potranno contare con le dita di una mano sola.
Non potevamo non partire da una foto di gruppo del nostro Parlamento prima di arrivare a parlare della politica che interessa in particolare gli italiani nel mondo. Il Movimento Associativo Italiani all’Estero di Ricardo Merlo, che alle ultime elezioni ha eletto a Roma quattro rappresentanti parlamentari, in questa situazione politica assai fluida e mutevole, deve essere capace di guardare avanti; deve essere pronto a rimettere in discussione alcuni punti della sua esistenza, come per esempio quello che riguarda le alleanze politiche, se vuole continuare ad avere successo, se vuole “rischiare” investendo in nuovo capitale umano e nuovi progetti, con l’obiettivo di aumentare il consenso e quindi il suo potere di rappresentatività.
Nonostante le dichiarazioni ufficiali sui giornali, da parte di questo e di quel leader politico, che parlano di “responsabilità” e di governissimo “nell’interesse nazionale”, l’aria di elezioni anticipate si sente e come. Il governo Letta scricchiola. Vuoi che Berlusconi è sempre più accerchiato da certa magistratura politicizzata, vuoi che né il Pd né il PdL sono in realtà contenti di governare insieme, vuoi che i temi economici sul tavolo potrebbero spaccare la maggioranza, fatto sta che la possibilità di un ritorno alle urne entro l’anno è molto forte. Si potrebbe tornare al voto persino prima dei 18 mesi tanto auspicati dal presidente del Consiglio Enrico Letta per portare a casa le riforme, anche quelle costituzionali, come riduzione del numero dei parlamentari, legge elettorale, addio al bicameralismo perfetto. Riforme che devono essere fatte, ma ci sarà davvero il tempo?
Ecco che il MAIE – movimento autonomo e indipendente dalla partitocrazia romana, ma non scollegato dalle varie forze politiche – deve riuscire a giocare d’anticipo: deve essere capace di giocare bene le sue carte ora, per risultare davvero credibile agli occhi del suo interlocutore, chiunque sia, e non muoversi all’ultimo minuto, in una scelta che potrebbe apparire ai più di convenienza, dettata solo da opportunismo.
La mia opinione? L’alleanza del MAIE con l’Udc ha fatto il suo tempo. E’ vero, anche grazie all’ottimo rapporto con Casini, alle ultime Politiche si è potuto costruire il percorso che ha portato i candidati del MAIE ad essere inseriti nella lista Monti, in Nord e Centro America e in Australia. Ma oltre a questo, nulla ha dato l’Udc al MAIE, anzi: piuttosto, si è trattato del contrario. Ora, però, considererei chiusa l’esperienza: inutile essere alleati di un partito che è ormai pronto per l’estrema unzione. Ci vuole un cambio di rotta. Verso dove? Sinistra o destra, questa è l’alternativa, per una forza politica che si occupa principalmente di italiani all’estero ma che non vuole essere estromessa dal dibattito e dalla vita politica nazionale, e anzi che in Italia ha l’ambizione di contare sempre di più.
PARTITO DEMOCRATICO A sinistra, si sa, per quanto riguarda gli italiani nel mondo, ci sanno fare. O almeno, sono bravi a dimostrare il loro interesse per la questione: interesse sincero o teso solo alla conquista del potere? Fatto sta che comunisti vecchi e nuovi sono presenti ovunque, sono organizzati, hanno i loro circoli, i loro coordinatori a livello centrale – stipendiati – e territoriale; inoltre, la rete di patronati ad ogni elezione garantisce un sostegno sicuro ai candidati rossi. Perché il Pd avrebbe interesse a parlare con il MAIE? A sinistra il MAIE è ormai visto come un pericoloso concorrente, come un avversario contro cui combattere (lo abbiamo visto nell’ultima campagna elettorale, da parte del Pd nessuna esclusione di colpi nei confronti dei candidati del Movimento Associativo), da screditare e da mettere in un angolo. Il Pd non ha bisogno del MAIE per vincere, perché bene o male vincerà comunque, anche grazie alle strutture che ha in giro per il globo.
POPOLO DELLA LIBERTA’ A destra, è diverso. Il PdL alle ultime elezioni politiche ha perso oltre 200mila voti ed è passato dall’avere sette parlamentari a Roma all’averne uno soltanto. Elezioni che hanno maciullato il PdL oltre confine, nonostante le liste fossero state pensate in comune con la Lega. Eppure, il centrodestra italiano è uscito fracassato dal voto estero. Il PdL non ha nel proprio dna gli italiani nel mondo, non ne ha mai capito l’importanza (anche politica), il peso (anche elettorale), le potenzialità (anche economiche). Via dell’Umiltà non si è mai applicata alla materia italiani all’estero, perché non ne ha mai compreso la ricchezza. Oggi, dopo la sconfitta elettorale di febbraio, dopo avere perso 6 parlamentari in un colpo solo, forse dalle parti del PdL potrebbero voler guardare agli italiani nel mondo con maggiore attenzione. E forse, vista la condizione attuale, il PdL potrebbe avere orecchie molto attente a una eventuale proposta di alleanza da parte del MAIE, che mettesse sul tavolo di negoziazione le centinaia di migliaia di voti presi a livello mondiale, quelli presi dal proprio presidente (Merlo è stato in assoluto il parlamentare eletto all’estero più votato, con oltre 70mila preferenze), la struttura a livello internazionale, la forte presenza nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, l’esperienza della precedente alleanza con l’Udc, vissuta fino alla fine e in maniera onesta.
LA SCELTA Visto che il centro sembra destinato in qualche modo a sparire, destra o sinistra? Non so quale sia la scelta migliore per il movimento di Merlo. Sono convinto, tuttavia, che una proposta targata MAIE a sinistra non verrebbe presa nemmeno in considerazione, mentre a destra si potrebbe pensare a un percorso comune. Occhio, però: è giusto anche tenere presente che, se Silvio Berlusconi in Italia tira ancora, all’estero non è sempre così. Il Cavaliere oltre confine è ancora bruciato dagli scandali che tutti conosciamo, e lo sputtanamento a cui è stato sottoposto per mesi, per anni, ha certamente lasciato il segno. Allo stesso modo, se Monti in Italia è ormai diretto verso la fine di un ciclo, siamo sicuri che all’estero valga la stessa cosa? Siamo sicuri che il successo che il Prof ha ottenuto nel mondo alle ultime Politiche sia destinato a non ripetersi ancora?
IL TERZO OCCHIO Insomma, è ora di iniziare questa partita a scacchi e – proprio come nel nobile gioco da tavola – cominciare a studiare fin d’ora le mosse che dovranno essere fatte, una dopo l’altra, e immaginare le conseguenze, i pro e i contro, a cui potrebbero portare. A chi dice che è ancora presto per gettare le basi per il futuro, dico che vale la pena provare a giocare d’anticipo, vale la pena rischiare e decidere adesso. Perché è vero che domani tutto potrebbe cambiare (incognita Renzi, incognita Forza Italia, incognita Berlusconi), ma sta proprio qui l’intelligenza politica che dovranno avere il presidente e i coordinatore del MAIE: dovranno essere capaci di usare il loro terzo occhio. Se ce l’hanno.
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