Guglielmo Picchi, deputato eletto nella ripartizione estera Europa, alla sua seconda legislatura, è un nome che i lettori di ItaliaChiamaItalia conoscono molto bene. Picchi, toscano, fiorentino doc, residente però nel Regno Unito, a Londra per la precisione, durante questa legislatura ne ha combinate un po’ di tutti i colori. Non è possibile dimenticare, ad esempio, i giorni in cui prese parte alle riunioni carbonare nelle quali alcuni malpancisti del PdL tramavano alle spalle di Silvio Berlusconi. Oppure, quando Picchi cercò di entrare nel partito guidato da Pier Ferdinando Casini. “Scusatemi, passo all’Udc”: con queste poche parole, attraverso messaggini telefonici, comunicava ad amici e colleghi il suo passaggio nella formazione di centro. Poi, però, il partito di Casini gli chiuse la porta in faccia e Picchi fu costretto a restare nel PdL, suo malgrado.
Picchi ce lo ricordiamo anche perché è famoso per non avere nemmeno una segretaria, una persona che gli curi l’ufficio stampa, nulla. I soldi che riceve dalla Camera dei Deputati, quelli relativi al cosiddetto “rapporto con il territorio” (3mila e passa euro al mese), lui li usa in altro modo. Come? Difficile dirlo. Con certezza, però, sappiamo che il deputato durante questa legislatura si è comprato casa a Londra, dove risiede. Un investimento mica da ridere, visto i prezzi di certe proprietà nella capitale inglese. Ma Picchi – beato lui! – se lo può permettere. Ecco perché tiene così tanto alla sua poltrona, ecco perché ha tanta paura di perderla: dove troverebbe un altro lavoro (?) in grado di fruttargli circa 15mila euro al mese?
E poi c’è quella risposta che ItaliaChiamaItalia non può certo dimenticare. Quando il nostro direttore, Ricky Filosa, gli ha chiesto cosa avesse fatto in tutti questi anni in Parlamento per gli italiani nel mondo, da Picchi solo insulti: "sei uno stronzo!". Educazione zero, rispetto nessuno, ma non nei confronti di Filosa – che se ne frega -, se non nei confronti dei tanti italiani nel mondo che avrebbero voluto davvero capire quale fosse stato il lavoro di Picchi a Roma. Per la cronaca: tutti gli altri eletti all’estero hanno risposto a ItaliaChiamaItalia in maniera puntuale e fornendo ogni tipo di dettaglio sul loro lavoro svolto.
Guglielmo Picchi nel PdL, dunque. Anche se era pronto ad andarsene. Forse anche per questo, in Parlamento, più volte ha votato in maniera contraria rispetto al proprio gruppo parlamentare, quello del Popolo della Libertà. Un voto contrario? No. Due? Dieci? No, di più. Cento allora?! Nemmeno. Dovete salire ancora. I voti contrari di Picchi sono ben 214. Già, 214 voti ribelli, come vengono chiamati in gergo. L’eletto all’estero ha dunque votato 214 volte diversamente dal Gruppo parlamentare di appartenenza. Verrebbe proprio da chiedersi cosa mai ci faccia ancora Picchi nel PdL. Ah, già, dimenticavamo i 15mila euro al mese…
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