L’audizione con il segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Valensise, ha consentito una prima riflessione sulla situazione del Ministero degli Affari Esteri alla vigilia dell’inizio della discussione sulla legge di stabilità.
La prima considerazione riguarda la necessità che si dia attuazione alle raccomandazioni del comitato ministeriale sulla spending review. Un buon lavoro di analisi e proposta al quale dovrebbe corrispondere, all’interno della Farnesina, un impegno di immediata attuazione. Come intende muoversi l’amministrazione degli Esteri relativamente a quelle proposte? Fino ad oggi, purtroppo, si è fatto poco e male.
In che modo la Farnesina intende rimodulare la spesa amministrativa, quando in questa legge di stabilità, ad esempio, i costi dell’ISE aumentano anziché diminuire? In che modo s’intende dare risposta amministrativa al tema del personale a contratto locale, il cui rapporto di lavoro è regolato da innumerevoli tipologie contrattuali che spesso non rispondono ad alcuna norma, italiana o locale? I nodi, insomma, vengono al pettine e la Farnesina deve impegnarsi a trovare risposte.
Analogamente, credo i tempi siano maturi affinché la nostra amministrazione rispetti le convenzioni internazionali, come quelle contro le doppie imposizioni fiscali, applicando sempre e ovunque le norme bilaterali.
Un percorso di innovazione, anche tecnologica, deve partire dalla efficienza del sistema e la riduzione dei costi deve esserne la conseguenza. Oggi i rapporti tra i ministeri e gli altri settori di amministrazione dello Stato sono tali da far ritenere che l’innovazione all’estero si risolva unicamente in più informazione, anche online, ma che all’atto pratico si concretizzi in liste di attesa, duplicazioni di richieste e inutili, quanto antiquati, passaggi burocratici. Non tutto è responsabilità della Farnesina, ma agli Esteri chiediamo almeno di capire quale percorso si intenda adottare. Una nuova Farnesina parte anche da una visione del nostro paese nel futuro.
*deputato Pd eletto all’estero, residente in Australia
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