“Tra le motivazioni addotte dal Ministro dell’Economia e delle Finanze nel preambolo del Decreto regolamentare del 21 settembre 2015 che ha esteso le detrazioni per carichi di famiglia ai soggetti residenti in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo SEE, ci sono tutte le leggi finanziarie che a partire dal 2007 e fino al 2014 hanno stabilito che tali detrazioni disciplinate dall’articolo 12 del TUIR spettassero a TUTTI i soggetti non residenti (e quindi anche a quelli residenti nei Paesi extraeuropei) a condizione che gli stessi dimostrino con idonea documentazione i requisiti per il diritto e di non godere nel Paese di residenza di alcun beneficio fiscale connesso ai carichi familiari”. Così in una nota Marco Fedi, deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia.
“È singolare quindi che il legislatore pur essendo consapevole dell’esistenza di un diritto già concesso a tutti i non residenti, non si sia preoccupato (ancorché il Decreto sia stato emanato in attuazione del dispositivo di una legge comunitaria) di estendere il diritto alle detrazioni a tutti i non residenti e non solo ai ‘comunitari’. Se da una parte abbiamo accolto positivamente tale parziale (geograficamente) e definitivo riconoscimento ai nostri connazionali residenti nella UE, riteniamo che l’esclusione dei non residenti UE rappresenti un grave vulnus normativo che ha prodotto un inammissibile ed ingiustificato favor legis per una categoria rispetto ad un’altra”.
“Riteniamo infatti – prosegue Fedi – che non ci sia diversità di situazione o particolari interessi statali (vista anche l’esiguità numerica degli aventi diritto) che rendano giustificata l’attuale disparità di trattamento. Allora dobbiamo attivarci, nell’ambito dell’iter parlamentare della legge di stabilità, per assicurare prioritariamente una parità di trattamento giuridica della normativa italiana tra tutti i soggetti, cittadini italiani, che risiedono all’estero in modo che non possa influire su tale basilare postulato di uguaglianza giuridica, la residenza in uno Stato – conclude – piuttosto che in un altro e che quindi le detrazioni siano garantite a tutti i soggetti aventi diritto residenti all’estero”.
Discussione su questo articolo