Cos’è il MAIE? Un interrogativo legittimo, visto che il Movimento associativo italiani all’estero non ha ancora, nel mondo, la stessa riconoscibilità dei partiti tradizionali. Così come il nome di Ricardo Merlo, oltre confine, non è ancora noto ai più: certo, gli addetti ai lavori lo conoscono bene, sanno chi è, ma non così “la massa”, la stragrande maggioranza degli italiani che votano all’estero. Ma chi conosce Ricardo Merlo – e ogni giorno sono sempre di più – sa bene che il presidente del MAIE si è sempre battuto a favore dei connazionali: il suo impegno, negli anni, è stato costante, lineare, in una parola coerente.
Cos’è dunque il MAIE? Sul sito web ufficiale del Movimento si legge: “Il MAIE è un movimento culturale, sociale e politico autonomo dei partiti politici italiani. L’autonomia irrinunciabile del MAIE ci permette di esercitare con efficacia e credibilità la nostra azione politica e ci garantisce il raggiungimento dell’obiettivo principale del nostro movimento: la promozione mondiale della nostra identità e la difesa dei diritti degli italiani all’estero nel rispetto e nell’attuazione della Costituzione”. Basterebbe questo, per fare capire a tutti che il MAIE si distingue da ogni altro partito: che al MAIE non interessano le vecchie logiche politiche dei partiti personalistici e del bipolarismo aggressivo; al MAIE, di cui ho scelto di far parte dopo attenta riflessione, interessa mettere in primo piano le problematiche degli italiani nel mondo, e a queste cercare soluzioni, nelle opportune sedi istituzionali, giorno dopo giorno.
Se riuscissimo ad arrivare a far conoscere il progetto MAIE e la sua filosofia a tutti gli italiani all’estero, se sapessimo intercettare i molti elettori delusi da una parte e dall’altra, propensi all’astensione piuttosto che a una nuova partecipazione più consapevole, a parer nostro il successo della iniziativa politica gioverebbe non solo al movimento in sè, ma proprio a quel sentimento di appartenenza che affonda le sue radici nella nostalgia dei primi emigranti e che si va affievolendo tra i giovani con l’avanzare della globalizzazione. La rappresentanza parlamentare che intendiamo sostenere va ancorata prioritariamente alla difesa dell’italianità, delle tante eccellenze del nostro Paese, delle istanze e dei desiderata di chi vive lontano dall’Italia. Ma fa bene Augusto Sorriso, Coordinatore MAIE degli Stati Uniti, a chiarire che il Movimento associativo è “autonomo dai partiti, ma non scollegato da essi”: perchè, se l’autonomia rappresenta una forza, per la totale indipendenza dalla partitocrazia romana, il collegamento ai partiti già istituzionalizzati diventa anche utile quando porti a raggiungere gli obiettivi che stanno a cuore ai connazionali nel mondo e consenta di giocare opportunamente le proprie carte all’interno del Parlamento.
No, non vediamo alternativa per gli italiani all’estero che davvero desiderino contare di più a Roma, che vogliano sentirsi rispettati e facciano valere i loro diritti; ci deve essere nei palazzi del potere qualcuno che si occupi di loro, che lo faccia con passione ed entusiasmo, e non abbia grilli per la testa. Il MAIE è l’unica strada da percorrere, se come italiani residenti all’estero vogliamo davvero, nella legislatura che verrà, risolvere i problemi che da anni ci portiamo dietro e che fino ad oggi – nonostante due legislature che hanno visto 18 eletti all’estero in Parlamento – nessuno è riuscito a sciogliere. Non ci sono riusciti, i 18, proprio perché divisi, schiavi dei partiti a cui hanno sempre dovuto rispondere, a cui hanno sempre dovuto ubbidire. E’ ora di cambiare, di scegliere persone libere, che sentano la responsabilità di dover rispondere soltanto agli elettori.
GLI OBIETTIVI Su cosa punterà il MAIE se avrà la fiducia degli italiani all’estero anche nella prossima legislatura? Su pochi punti essenziali, per cominciare. Quali potrebbero essere? Il primo: ripristino della figura del ministro per gli Italiani nel Mondo, un ministro con portafoglio, che possa sedersi al tavolo del governo, che possa essere presente nella stanza dei bottoni. Il secondo: diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero, attraverso la promozione oltre confine di quella enorme ricchezza, unica al mondo, che ci arriva da secoli di Storia Artistica e Letteraria di eccellenza. Terzo: difesa del made in Italy e della ristorazione italiana all’estero, e, più in generale, difesa del Sistema Italia nel mondo, combattendo la contraffazione con leggi ad hoc e valorizzando la creatività di quei tanti italiani che all’estero operano e lavorano con successo, facendo onore al nostro Paese.
Probabilmente su questi obiettivi punteranno anche i candidati dei partiti tradizionali. La differenza è che il MAIE, se in Parlamento avrà la forza necessaria per farlo, lavorerà in maniera costante, senza divisioni al suo interno, come fosse un unico solido muro a difesa dell’italianità. I rappresentanti delle altre forze politiche continueranno invece a dividersi su ogni questione, non riuscendo così a portare a casa alcun risultato per il proprio elettorato.
Dunque, basterebbero già questi tre punti principali, per cui il MAIE si batterà con veemenza, a garantire rispetto e progresso alle nostre comunità. Pensateci bene: davvero, come elettori italiani all’estero, dareste il vostro voto a chi poi lo ignorerà, sprecando l’opportunità rappresentata dal diritto acquisito dopo tanto lottare? O non volete piuttosto contribuire alla costruzione di un progetto serio, dedicato, concreto? La scelta, se siete italiani dentro, non può che essere quella del sostegno al MAIE e ai suoi candidati.
*Coordinatore MAIE Centro America
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