Da alcuni giorni gli italiani residenti all’estero aventi diritto di voto hanno ricevuto dai Consolati di attinenza i plichi elettorali per partecipare al referendum sulle “trivelle”. A differenza dell’Italia, dove si voterà solo il giorno 17 aprile, all’estero la data ultima per la validità dell’espressione di voto è il giorno 14 aprile ore 16.00. Perciò le buste debitamente riempite devono giungere perentoriamente nei propri Consolati il giorno 14 aprile.
Per cosa si vota? Ai cittadini che parteciperanno alla tornata elettorale (perché il referendum sia valido è necessario che si esprima almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto) verrà chiesto se sono favorevoli ad abrogare l’articolo del Codice dell’ambiente che consente le trivellazioni (ma solo quelle entro 12 miglia marine dalla costa) fino a quando il giacimento è in vita. E’ già previsto il divieto di avviare nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi gassosi o liquidi entro le medesime 12 miglia.
Nel caso di una vittoria del “No”, così come se non dovesse essere raggiunto il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto, la situazione rimarrebbe invariata. Vale a dire che le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero una scadenza già fissata ma potrebbero proseguire fino ad esaurimento del relativo giacimento. E’ anche possibile per le compagnie presentare una richiesta di prolungamento dell’attività che potrà essere eventualmente autorizzata solo dopo una valutazione di impatto ambientale. Nulla cambia, inoltre, perciò che attiene alle trivellazioni sulla terraferma e per quelle effettuate in mare ma oltre le 12 miglia dalla costa.
Partecipare al voto referendario è un diritto-dovere civico sancito dalla Costituzione.
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