Le pagine “sponsorizzate” su Facebook, quelle per cui si paga e che gli utenti vedono nella colonna a destra della propria bacheca o nella home, mentre scorrono notizie, sono un’arma a doppio taglio. Pensavate bastasse una semplice inserzione per creare consenso? Beh, vi sbagliavate e pure di brutto.
Il caso di Guglielmo Picchi lo dimostra benissimo. Il deputato del PdL, che per la terza volta è candidato alla Camera (sigh!) nella ripartizione estera Europa, da un paio di settimane sta promuovendo su Facebook la propria pagina pubblica. Tuttavia, a quanto pare non c’è nessuno che si occupi di moderarne i commenti e i vari post. E così, a leggere ciò che vi scrivono i vari navigatori, c’è davvero da scompiasciarsi dalle risate.
Sentite Stefano de Filippis: “Il tuo volantino nella mia cassetta della posta a Stoccolma é stato il peggior modo di cominciare una giornata. Il lavoro perfetto per te? Scaricare frutta”. Gli italiani all’estero quando vogliono sanno essere davvero spietati. Scorrendo i commenti, si arriva a quello di Lutin Anarchiste: “il tuo volantino potevi risparmiartelo. siete un partito di ladri mafiosi e papponi. noi stiamo all’estero perché negli ultimi vent’anni avete fatto i caxxi vostri ed ora vorreste anche il mio voto. ma crepate piuttosto. siete solo delle m…de”.
I connazionali non hanno proprio pietà. Marika Denise Gillette: “MA VERGOGNATEVI, PARTITO DEI LADRI. Non venite mai più a sponsorizzare sulla mia pagina…. c’è un motivo perché certi Italiani vivono all’estero. Non voterò mai e poi mai PDL. Andatevene a trovare i fascisti pensionati in Argentina”. Azz, pesante questa.
Questa invece è persino simpatica, nella sua cattiveria. La scrive un utente chiamato Never play with a girl – you’ll lose: “you’re a GAYLORD ! and a incorrigible liar!”. Che dite, ci ha preso in pieno?
Ma di commenti al veleno ce ne sono a decine. Cristian Angeloni: “A me piace entrare in queste pagine ‘sponsorizzate’… c’è chi non ha bisogno di pagare, c’è chi viene condiviso e ha like gratuiti… Per il resto, il PDL mi pare che abbia cambiato solo la faccia”. Maurizio Rizzo: “Se prima non sapevo per chi votare ora so per chi non votare…”. Maurizio Rizzo: “A Picchi, vai a lavorare, e non spendere soldi pubblici per mandare lettere del caxxo”. Maria Angela Maggioni: “scusi l’appunto ma i suoi interventi sono poco comprensibili… su via quanti commenti fa, sembra che giochi a ramino o briscola, mi scusi comunque”.
Chev Salieri, incuriosita, dopo essersi informata su Picchi scrive: “Tutto qui Guglielmo Picchi? Un politico italiano che ha contribuito alla fondazione di Forza Italia? Poteva astenersi dal farlo e pensare al suo lavoro… Penso che e’ entrato in politica perche’ altro di meglio non sapeva fare… e poi… proprio Forza Italia??? Un bel mucchio di persone poco per bene!”.
Picchi non risponde quasi mai (di certo non legge neppure), ma quando lo fa, rarissimamente, riesce persino a sbagliare. Beccatevi questo botta e risposta fra lui e un facebookiano, che si chiama Pino Devivo, il quale scrive: “come fate ad avere gli indirizzi di cittadini Italiani all’estero? io per sua fortuna non ho il suo…”. Ed ecco la replica di Picchi: “Pino se vuoi venire a picchiarmi ti aspetto. dimmi il giorno così porto anche le telecamere”. Uaaaaagghh, mostruosa! Pino resta calmo: “A a volte e meglio sembrar stupido e tacere (condividiamo al 100%, ndr). comunque anche se non era quello il concetto, mi mandi le coordinate che vedro’ cosa posso fare…”.
Di commenti come quelli riportati è piena la pagina di Picchi. Già, le pagine “sponsorizzate” su Facebook sono davvero un’arma a doppio taglio…
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