Il tempo scorre veloce e le elezioni politiche si fanno ogni giorno più vicine. Personalmente, guardo all’appuntamento del 2013 già da tempo. E non certo per cercare poltrone, ma per poter acquisire maggiore potere "contrattuale" nelle decisioni politiche nazionali, con un ruolo più incisivo all’interno delle istituzioni. Sono anni, infatti, che i miei più stretti collaboratori ed io lavoriamo sul territorio a supporto dei nostri connazionali, a Buenos Aires e nelle altre principali città dell’Argentina, portando avanti al tempo stesso importanti relazioni con noti e apprezzati esponenti delle comunità italiane residenti negli altri Paesi sudamericani, dal Brasile all’Uruguay, fino ad arrivare al Venezuela.
Nel corso di questi anni, ho espresso le mie opinioni su temi politici, economici e sociali in maniera puntuale, senza mai abbandonare il dibattito che si sviluppa sui principali mezzi di comunicazione dedicati agli italiani nel mondo. Mentre i parlamentari eletti in Sud America restavano in silenzio, noi dicevamo la nostra. Mentre loro sonnecchiavano, noi abbiamo lavorato.
Ci sentiamo pronti, e non da oggi, alle sfide elettorali che verranno. Le elezioni politiche del prossimo anni ci troveranno certamente preparati, convinti di aver fatto bene il nostro lavoro. E nelle prossime settimane, annunceremo importanti novita’ che – ne sono certo – provocheranno un effetto dirompente nelle dinamiche che riguardano la politica che si occupa dei connazionali residenti oltre confine.
Il PdL in Sud America è stato ed e’ completamente disorganizzato, se non assente; gli italiani d’Argentina, e non solo, di Silvio Berlusconi non ne vogliono più sapere. Non ne vogliono sapere di un Cavaliere che ha guidato un governo apparso sempre strafottente nei confronti degli italiani nel mondo. E che ha fatto ridere il pianeta intero col bunga bunga, le barzellette, le escort ad Arcore, in Sardegna, a Palazzo Grazioli. Si parli di politica finalmente.
La sinistra? In Argentina non esiste una vera presenza del Partito Democratico. E in Italia il centrosinistra, lo vediamo anche in questi giorni, non fa altro che litigare e spaccarsi, ansioso com’è di raccattare voti anche con coalizioni improbabili pur di conquistare Palazzo Chigi. Comunisti vecchi e nuovi si sentono già la vittoria in tasca, ma fino all’ultimo lo scenario potrebbe anche cambiare. Soprattutto se Bersani vuole a tutti i costi mettere insieme Casini e Vendola. Magari imbarcando per sicurezza anche Di Pietro. Onestamente, ci sembra troppo.
Noi alle politiche ci presenteremo con l’USEI, il partito che rappresenta l’Unione sudamericana degli emigrati italiani. Con questo strumento porteremo avanti le nostre battaglie, a favore degli italiani nel mondo, a favore di un rapporto più forte fra Italia e Argentina, Mercosur ed Europa, a favore di crescita, sviluppo, modernizzazione.
Fini e Casini? La carica degli opportunisti. Gente che parla di rinnovamento ma che sta in Parlamento da 30 anni. Ha ragione chi scrive che e’ necessario spazzare via questa classe dirigente vecchia, e non anagraficamente, ma nella mentalità. Non pretendiamo certo di fare miracoli, ma chiediamo agli italiani del Sud America di continuare a darci fiducia, perchè se credono nel nostro progetto dovranno essere pronti a darci il loro voto, che significa la possibilità di andare a Roma a presentare le nostre istanze e lavorare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Non credete alle chimere che vi propone qualche politico affarista, guardiamo ai fatti concreti: dal 2006 ad oggi i nostri eletti all’estero non hanno saputo ottenere nulla per noi italiani nel mondo. Dunque, mandiamoli a casa: cambiamo visione, puntiamo su cavalli diversi. Noi dell’USEI ci sentiamo di promettere risultati, fatti, non chiacchiere. Le chiacchiere le lasciamo a chi di chiacchiere ha vissuto finora, e di chiacchiere morirà.
*presidente USEI, Unione sudamericana emigrati italiani
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