Cosa sta succedendo nel Comites di Filadelfia? Prima la notizia della mozione di sfiducia nei confronti del presidente Salvatore Ferrigno, poi quella delle dimissioni del consigliere Carmine Berardi e Ferrigno che precisa di essere ancora lui il presidente del Comitato… Grande confusione.
Proviamo a fare chiarezza. Come sono andate davvero le cose? Secondo quanto spiega a ItaliaChiamaItalia lo stesso Berardi, in un momento di insofferenza di fronte al prolungato immobilismo del Comites (che era in ritardo sulla presentazione del bilancio preventivo), Carmine ha rassegnato le dimissioni l’11 ottobre per email, ripensandoci però quasi subito e facendolo presente sia verbalmente con il presidente Ferrigno sia per iscritto mandando una mail a tutti e accennando alla propria intenzione di ritirare le dimissioni e di partecipare alla riunione successiva.
Nessuno sembrava averci fatto caso, e lo stesso presidente Ferrigno alla riunione del 19 ottobre non ne ha fatto cenno e gli ha chiesto di espletare le normali funzioni di segretario (tutti, compreso il Vice console ne sono stati testimoni). Verso la fine della riunione, sette membri eletti su dodici del Comites (provenienti da tre liste su quattro) hanno presentato una mozione di sfiducia al presidente. La legge prevede che si voti alla riunione successiva. Il presidente si è rifiutato di fissare la data della prossima riunione e ha interrotto la riunione.
I firmatari della mozione hanno fatto subito ricorso alle autorità consolari i quali dopo aver consultato la DG degli Italiani all’estero del MAE hanno confermato che si doveva proseguire con la riunione e il voto. A quel punto, il presidente ha impugnato il regolamento interno del Comites, che prevede che le dimissioni, qualora inviate per iscritto, diventino immediate. Il Console ha quindi decretato la sostituzione di Carmine Berardi, consigliere dimissionario, con Domenico D’Alicandro, candidato della stessa lista di Berardi.
Così, come spiegano i consiglieri della stessa lista di Carmine Berardi, un consigliere eletto da 238 cittadini su (2000 circa che avevano votato) è stato costretto a dimettersi contro la sua volontà e quella della maggioranza dei membri eletti del Comites, che l’avevano designato come il nuovo presidente del Comites. Secondo i consiglieri “si è trattato di un vero attacco ad personam motivato da interessi esclusivamente personali: Ferrigno non voleva perdere la poltrona!”.
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