Roma – Marco Zacchera, già deputato di An e poi del PdL, dimessosi dalla Camera dei Deputati qualche mese fa, oggi è sindaco di Verbania e si occupa solo del governo della sua città. Ma per anni, prima di lasciare Montecitorio, è stato fra le altre cose responsabile Esteri di Alleanza Nazionale: ha girato il mondo e visitato molte comunità italiane all’estero.
In questa legislatura è stato anche presidente del Comitato permanente per le questioni degli italiani all’estero alla Camera.
Zacchera si è occupato anche della composizione delle liste del PdL alle ultime elezioni politiche, quelle del 2008, per ciò che riguarda la circoscrizione estero.
Insomma, l’ex deputato è uno che conosce molto bene l’universo degli italiani nel mondo e che ha sempre militato politicamente nell’area di centrodestra.
Zacchera sceglie ItaliaChiamaItalia per esprimere alcune delle sue riflessioni riguardo lo stato attuale del PdL, in particolare per ciò che riguarda il PdL nel mondo.
Marco Zacchera, nella tua breve riflessione sull’ultimo Punto ti sei chiesto in maniera un po’ retorica se il PdL si fosse dimenticato degli italiani nel mondo. In effetti sembra proprio sia così. Come ti spieghi questa totale assenza del partito all’estero?
Non me la spiego ed è questo che mi preoccupa. Uno dei segni di crisi organizzativa del PDL è proprio la mancanza di una presenza all’estero, dimenticando persone che negli anni scorsi hanno lavorato con impegno e continuità e mortificando tutto un mondo umano che ci è stato e che ci sarebbe ancora vicino, penso ai tanti eletti nei Comites di mezzo mondo. Andando avanti così si perde un tessuto umano prezioso e soprattutto non lo si aiuta con iniziative politiche che tengano conto dei problemi delle nostre comunità estere.
Il Coordinatore del PdL nel Mondo e’ un senatore italo-argentino che ha pubblicamente dichiarato che non fa parte del partito da tempo (anche se risulta ufficialmente del PdL), che non e’ più coordinatore del PdL nel Mondo (anche se ufficialmente lo e’ ancora) e che dunque non ha motivo di occuparsi degli italiani all’estero. Come la vedi la situazione?
La vedo come una ennesima occasione perduta, ma anche una grande sciocchezza politica perché – comunque sia – l’anno prossimo ci saranno le elezioni politiche, difficile che non si voterà anche all’estero e quindi sono seggi da difendere o da conquistare, ma se non si farà nulla inanelleremo l’ennesima sconfitta.
Secondo te la disorganizzazione del PdL all’estero dipende anche dal fatto che il partito non abbia un coordinatore del PdL nel Mondo? Dal fatto, quindi, che gli italiani all’estero non abbiano un interlocutore diretto in via dell’Umiltà?
Sicuramente la presenza di un coordinatore operativo sarebbe necessaria, anche per valorizzare il lavoro dei parlamentati eletti all’estero. Teoricamente ci sono alcuni vice-coordinatori (tra cui anch’io) ma poiché il coordinatore nominalmente è Caselli che nel frattempo si è allontanato dal PDL nessuno è in grado di operare né è sollecitato a farlo.
Eppure Alfano non si muove, non sblocca il PdL nel Mondo. Come te lo spieghi? Troppo occupato in altre cose?
Evidentemente è così: Alfano ha compiti immani e mi rendo conto delle sue difficoltà. Oltretutto credo conosca poco questa problematica e certo non ne è sensibilizzato.
Hai provato a parlare con Alfano di PdL nel Mondo?
Siamo amici da tanti anni e gliene ho parlato a lungo all’inizio dell’anno, quando mi sono dimesso dalla Camera per fare il sindaco di Verbania.
Cosa ti ha risposto?
Era interessato ed ha rimandato una decisione nel quadro di una riorganizzazione generale del partito.
Saresti disponibile a fare il coordinatore del PdL nel Mondo?
Credo che nessuno oggi ambisca ad un incarico come questo, almeno finchè non siano chiare finalità, mezzi finanziari, autonomia nella scelta dei prossimi candidati e soprattutto si presentino idee e progetti che diano attenzione alle nostre comunità all’estero.
Dopo il voto amministrativo, che ha visto il crollo del PdL, ha ancora senso pensare a liste PdL all’estero? Soprattutto dopo 4 anni e mezzo di vuoto per cio’ che riguarda gli italiani nel mondo…
L’attuale sistema elettorale porterebbe comunque a liste di aggregazione di più componenti politiche: e la logica vorrebbe una lista unica del centro-destra in tutto il mondo. Credo invece che si andrà a liste sempre più personalizzate con il candidato sudamericano che si fa la propria lista, lo stesso nell’America nel Nord e così nel resto del mondo. L’ Europa reagisce di più a seconda di come evolverà la politica in Italia e quindi alle elezioni all’estero avrebbe senso uno schieramento similare al voto italiano. Solo che ad oggi non si capisce neppure quali saranno gli schieramenti in Italia, figuriamoci all’estero…
In conclusione, quale futuro per il PdL, sia all’estero che in Italia?
Ma quale è il futuro del PDL in Italia? Credo che siamo alla vigilia di profondi cambiamenti e anche le recenti elezioni ne confermano la assoluta necessità.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter: @rickyfilosa
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