Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, in un’intervista a RadioCom.tv, la radio degli italiani nel mondo, ha dichiarato: “Il 2020 non ce lo dimenticheremo, è stato un momento particolare e delicato per i nostri connazionali all’estero: la rete consolare si è dovuta organizzare e la parola chiave è stata coordinamento”.
Un coordinamento, ha spiegato Vignali, che “ha portato a risultati importanti: 110mila italiani rimpatriati grazie alle attività della Farnesina in 121 paesi con oltre 7mila operazioni. Abbiamo dato assistenza agli italiani colpiti dalle conseguenze economiche: il governo ha stanziato 6 milioni di euro aggiuntivi di cui 3,7 già impegnati per molte attività di intervento con una varietà di iniziative – aiuti, sussidi, distribuzione di pacchi alimentari, convenzioni con enti sanitari, aiuto alle Pmi, percorsi di riqualificazione professionale – per far sentire gli italiani all’estero meno soli e sostenuti da chi è in Italia”.
Sul fronte digitalizzazione, la Farnesina ha messo in campo “tre strumenti chiave” per puntare sull’innovazione tecnologica: “Il portale Fast It per la registrazione all’anagrafe consolare, le macchinette che a distanza permettono la captazione delle impronte digitali per i passaporti, e la carta d’identità elettronica. Continueremo su questa strada. L’idea è digitalizzare sempre di più e ce la metteremo tutta”.
Dopo l’estate, presumibilmente, si terranno le elezioni dei Comites, “realtà importanti perché contribuiscono a tener vivi all’estero i legami con gli italiani e dar loro sostegno”, ha detto Vignali.
“Le elezioni – ha osservato – saranno un momento importante, probabilmente saranno calendarizzate per il tardo autunno e noi siamo già impegnati per una campagna informativa. Bisogna farli conoscere e fare in modo che gli italiani si impegnino, chiedano di votare e magari si candidino anche. Spero che molti giovani si candidino perché c’è bisogno di un ricambio generazionale. Nella fase finale della campagna spiegheremo poi come votare”.
“Credo molto nei Comites, hanno dato luogo durante la pandemia a oltre 50 progetti di sostegno ai connazionali: un’altra area di intervento che ha raggiunto i connazionali”.
Sulla cosiddetta emigrazione circolare: “La mobilità non è negativa di per sé, arricchisce chi la pratica, il problema è che questo investimento andrebbe recuperato favorendo circuiti di migrazione circolare. Bisogna mettere insieme la richiesta di poter tornare in Italia e le opportunità di poter trovare una nuova vita adeguata alle competenze maturate all’estero: per fare questo c’è bisogno di associazionismo e reti di contatti. Questa è la nuova sfida che come ministero dobbiamo sostenere”.