Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, intervenendo a Matera, a casa Cava, alla plenaria del CGIE, ha detto: “Cito oggi Sant Exupery, l’autore del piccolo Principe: ‘un ammasso di roccia cessa di essere roccia nel momento in cui un uomo lo contempla immaginando una cattedrale’. Qui c’è un patrimonio storico e un patrimonio di innovazione. Solo gli italiani potevano fare una cosa così bella. Questa è una terra di riscatto e il riscatto ha sempre a che fare con gli italiani all’estero e l’emigrazione”.
“Bisogna dare atto al CGIE di aver colto il filo con Matera. Non era scontato. È importante – ha sottolineato Vignali – dialogare con i luoghi. Oggi Matera trova 70 nuovi ambasciatori. Anche con Palermo si avvierà un dialogo con il territorio. Su questo il Sud è avanti perché cerca un contatto diretto con il CGIE e con gli italiani nel mondo”.
Intervenuto lo scorso sabato al seminario su donne ed emigrazione organizzato dal CGIE, Vignali ha descritto l’appuntamento come “un momento importante. Una giornata che guarda al futuro”, sottolineando alcuni punti centrali della discussione: “evoluzione della presenza, leadership, nuova professionalità. Parole che vogliono dire qualcosa. La presenza delle donne è cambiata e dobbiamo averne consapevolezza per valorizzarne il ruolo”.
“Mi auguro che siano le donne le principali promotrici dei circuiti della migrazione di ritorno. Vorremmo che chi va all’estero possa tornare in Italia e reinvestire le conoscenze. Le donne in questo hanno ruolo da giocare”. “Sono spesso le donne che mantengono i legami con i luoghi di origine. Che siano proprio le donne a promuovere e sostenere la migrazione circolare e che questo possa diventare il tema della Conferenza mondiale delle donne italiane all’estero”.
“Le donne rispecchiano meglio i valori positivi della nostra presenza all’estero. Nella percezione dello straniero, gli stereotipi negativi sono quasi tutti maschili, quelli positivi sono tutti femminili”. Le donne quindi come “specchio di valori positivi, ma anche come capacità ed esempio di integrazione. Le donne sono capaci di avviare circuiti di solidarietà, il tema della solidarietà è interessante perché sappiamo che non si tratta solo di fuga di cervelli, ma ci sono ampie fasce di lavoratori che partono e che rischiano di finire in situazioni di marginalità”.
Le donne sono quelle che “più animano le reti di solidarietà. Le donne sanno fare rete, sanno coinvolgere. La solidarietà è un importante aspetto da valorizzare. L’ultimo aspetto che mi preme e che ci proietta al futuro – ha concluso Vignali – è la capacità delle donne di mantenere le relazioni, intrecciarle e salvaguardarle”.