Sequestrato con la domestica, riesce a salvarsi grazie all’intervento congiunto dell’Esperto Antisequestri dell’Ambasciata italiana di Caracas e del Cicpc. È accaduto mercoledì a Nicola Cavallo, classe 1931, originario di Savoia di Lucania, da anni residente in Venezuela. A darne notizia è "La Voce", quotidiano italiano edito a Caracas.
Sono le 8 del mattino quando l’anziano connazionale si trova nella sua casa di campagna a Caucagua (Stato Miranda) – dove risiede dal lunedì al venerdì – in attesa della donna di servizio. Visto che quest’ultima tarda ad arrivare, Cavallo decide di andare a prenderla a casa sua, nel centro della cittadina.
Mentre conduce la sua automobile lungo la strada di ritorno, con a fianco la domestica, due jeep gli bloccano la strada. Un piccolo gruppo di malviventi scende e con la forza costringe lui e la donna a salire a bordo di uno dei due veicoli. I sequestratori chiedono, in cambio della liberazione del connazionale, la somma di 100 milioni di BsF.
La nipote di Cavallo, informata dei fatti dai famigliari residenti in Venezuela, denuncia il sequestro dello zio all’Unità di crisi della Farnesina che alle 4 del mattino telefona all’Esperto Antisequestri dell’Ambasciata d’Italia a Caracas. Quest’ultimo, a sua volta, si mette in contatto con la polizia locale. Iniziano le ricerche.
La polizia esplora la zona del rapimento e le aree vicine. Nel frattempo i malviventi – che mantenevano il connazionale e la sua domestica sequestrati in una stamberga di una zona popolare – si rendono conto che la polizia sta perlustrando la zona e si avvicina sempre di più. Sentendosi braccati, decidono di abbandonare le loro vittime e si danno alla fuga.
Per il prolungato silenzio che improvvisamente lo circonda, Cavallo si accorge della ritirata dei suoi rapitori e, dopo una prudente attesa, decide di scappare con la donna. Con mezzi di fortuna arriva a Caucagua, dove subito si dirige all’ufficio della polizia locale.
Discussione su questo articolo