Fra gli eletti all’estero, quelli del PdL mi sembrano come vasi si terracotta in mezzo a tanti vasi di ferro, per dirla con il nostro Alessandro Manzoni. Chi sono i vasi di ferro? Sono i deputati e i senatori del Partito Democratico eletti oltre confine, che non mollano mai l’osso, sono irriducibili, tenaci, sempre sul pezzo. Anche nel PdL c’e’ chi si muove bene, soprattutto in questo periodo, che ci vede ogni giorno più vicini alle elezioni. Amato Berardi, per esempio, si fa sentire con costanza. Non solo: puo’ piacere o meno, ma dal Nord America mi arrivano delle voci che lo vedono molto ben posizionato nella comunita’ italo-americana. Giuseppe Angeli, un caro amico, fa quello che puo’. E comunque Beppe, come lo chiamano coloro che lo conoscono da tempo e che gli vogliono bene, ormai puo’ permettersi anche di vivere di rendita: tanto ha fatto per la comunita’ italiana residente in Argentina, tanti sono i suoi fan.
Ok, Berardi ed Angeli. Ma gli altri? Il calabrese Basilio Giordano? Poche iniziative da parte sua, e molto spesso sono iniziative che lo vedono fra i protagonisti perche’ tirato dalla giacca dal suo collega Berardi. Basilio, potresti fare molto, ma molto di più! Stendiamo un velo pietoso su Juan Esteban Caselli, senatore PdL e guida del PdL nel mondo, ed evitiamo di parlare anche dei parlamentari PdL eletti in Europa, perchè tanto c’è molto poco da dire. Vasi di terracotta che non riescono a muoversi bene in ambito politico ne’ sul territorio, col rischio che quei vasi di ferro – i parlamentari del Pd – li facciano a pezzi. E Franco Narducci? Un mio caro amico, un uomo di destra, mi ha detto di recente: "Viviamo una situazione tale che io mi sento rappresentato da uno come Narducci". Da uno di sinistra. Capite bene che c’e’ qualcosa che non va. Cosi’ come non si puo’ non prendere atto che una come Laura Garavini, che noi vediamo come una comunista fino al midollo, che ItaliaChiamaItalia ha battezzato gia’ tempo fa come "macchina da guerra rossa", si da’ molto da fare. Lo ammettono privatamente persino i suoi colleghi pidiellini. L’attivismo, la costanza, suscitano ammirazione anche negli avversari.
Ma allora che succedera’ alle prossime eleziooni? Bisogna darsi una mossa, caro Angelino Alfano. Il sito del PdL non ha ancora una sezione dedicata agli italiani all’estero. Noi come giornale abbiamo persino scritto a chi si occupa del portale berlusconiano: "Aggiungete una sezione dedicata agli italiani nel mondo, tantissimi connazionali all’estero si rivedono nel centrodestra". Ma ancora nessuna reazione nè modifica al sito. Si dovranno svegliare i dirigenti, se non vogliono rimanere fuori dai giochi. Un solo eletto in più puo’ fare la differenza, l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle.
Non riusciamo a spiegare l’assenza di prospettiva del Pdl nel mondo se non con la constatazione che la gerarchia del partito ha utilizzato per costruire il consenso strategie vecchie e abusate, come l’attivismo limitato agli ultimi mesi di propaganda elettorale e la delega delle responsabilità ai venditori di parole, cioè di fumo.
La fiducia e’ una cosa seria, e si da’ alle persone serie: solo un lavoro certosino sul territorio attraverso la creazione di un numero adeguato di sedi, una risposta concreta ai bisogni della gente, e una informazione politica in tempo reale sui siti online più cliccati, possono favorire il successo di un partito e di un candidato. I cittadini esigono rispetto della loro intelligenza e non sono disposti a firmare cambiali in bianco: ogni voto bisogna conquistarselo sul campo, e mostrandosi impegnati e capaci di raggiungere gli obiettivi. Nel minor tempo possibile, come in ogni competizione che si rispetti. Venire eletti grazie a promesse che poi non sono state mantenute, dovrebbe essere garanzia di bocciatura alle elezioni successive.
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