Si racconta che una volta, durante uno spettacolo, il grande Ettore Petrolini urlò ad uno spettatore che continuava a disturbarlo dal loggione “Non ce l’ho con te, ma con quello che ti sta accanto, perché non ti butta giù”.
Prendersela con Mario Caruso, ex funzionario del patronato Enas di Stoccarda, eletto deputato nella circoscrizione estero nella lista “Scelta Civica per Monti” nel 2013, è come sparare sulla Croce Rossa. Il personaggio lo conosciamo tutti da anni e sapevamo che non aveva il “physique du rôle” per quella funzione. Non è con lui che bisogna prendersela ma con chi ha reso possibile questo ulteriore scempio alla memoria del leone Tremaglia che si starà rivoltando nella tomba. Ma andiamo con ordine.
Nel 2011, l’uso strumentale dello spread portò alla caduta del governo Berlusconi e alla nascita del governo tecnico di Mario Monti. Quel governo aveva lo scopo di risollevare l’Italia dalla crisi e di riacquistare la fiducia dei mercati. In realtà i tecnici pasticcioni produssero all’Italia effetti devastanti, tanto politici, quanto economici; dovevano risanare i conti pubblici e invece li hanno peggiorati, dovevano rilanciare l’economia e invece hanno creato recessione.
Dovevano rilanciare il ruolo dell’Italia invece subirono i peggiori diktat dall’Europa.
E non parlo di come venne gestita la vicenda dei marò rimandati in India da Mario Monti in persona. Quel governo fu una sciagura nazionale.
Ma la stampa italiota era prodiga di elogi per l’ex rettore della Bocconi elogiato per la sua sobrietà. L’uomo con il loden veniva adulato da tutta l’opinione pubblica italiana. Fu così che il vanitoso professore decise di “scendere”, pardon, di “salire” in politica.
Come compagni di viaggio voleva il meglio della società civile italiana. La selezione dei “fighetti” montiani si celebrò al Kilometro Rosso (celebre fabbrica del bergamasco) il 17 gennaio 2013. Selezionatori furono Monti e Montezemolo (mandarino della repubblica buono per tutte le poltrone, per tutte le stagioni).
E gli italiani all’estero? Forte delle buone relazioni con Benedetto Della Vedova, (all’epoca capogruppo Fli alla Camera) che godeva della stima incondizionata dell’unto dal signore col loden, non fu difficile per l’astuto Aldo di Biagio ottenere carta bianca per la composizione delle liste elettorali degli italiani all’estero.
In quel periodo Monti godeva di ottima stampa all’estero anche perché il “governo tecnico” aveva contribuito in maniera determinante a salvare le banche francesi e tedesche con i soldi degli italiani (e intanto si chiudevano le sedi consolari): facile prevedere, specie in Europa, un successo di dimensioni importanti.
Per prima cosa venne eliminato Gianluigi Ferretti dalla competizione; una manina misteriosa fece pervenire al “Fatto Quotidiano” un dossier sulle presunte implicazioni nell’affaire Di Girolamo. I montiani erano cavalieri senza macchia e senza ombre (si fa per dire) e così Gianluigi fu eliminato dalla corsa e saltò l’accordo con il MAIE alla Camera (i voti del MAIE aggiunti a quelli di Scelta Civica avrebbero fatto scattare il secondo deputato).
Caruso partì come grande favorito e vinse, anche se per pochi voti, la competizione contro Zaccarini e Zoratto. In quel contesto anche il cavallo di Caligola sarebbe stato eletto, figurarsi un Caruso qualsiasi!
In base a quali criteri venne scelto Caruso? Quali affinità con Mario Monti?
L’unica risposta che mi sembra plausibile è che Caruso si chiama Mario come il professore e all’epoca indossava pure lui il loden. Non trovo altre spiegazioni!
Come è finita “Scelta Civica” è storia nota: gli ex deputati di Fli sono stati tutti trombati tranne Della Vedova e Di Biagio.
L’ex ministro montiano Corrado Clini venne arrestato per peculato, l’ex ministra Cancellieri finì sotto accusa per l’affare Ligresti. Il gruppo montiano andò in mille pezzi e i destini di Caruso e Di Biagio si separarono.
Monti voleva creare “l’uomo nuovo”, voleva cambiare la politica, voleva che gli italiani fossero simili ai tedeschi. Fu invece il ricettacolo della parte peggiore della politica italiana a testimonianza che il trasformismo è un male cronico del nostro paese.
Caruso raggiunge ora Razzi nell’olimpo della politica-cabaret: siamo convinti che Crozza non si lascerà scappare questa ghiotta occasione. Agli italiani all’estero invece resta l’amarezza di essere stati raggirati ancora una volta.
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