L’artista bresciano Gabriele Picco, intervistato dal Corriere della Sera, racconta: “Quand’ ero più giovane guardavo a queste feste obbligate nazional-popolari con un po’ di snobismo. Ho cambiato idea e ho cominciato ad apprezzarle durante i miei soggiorni all’estero”.
“Nel 2003 ero a New York e proprio durante un ferragosto, in una festa a Soho, ho trovato una Little Italy dove si mangiava pasta e pizza, si ascoltava musica di Dalla, Pravo e Vasco Rossi. Non mi vergogno a dirlo, mi sono messo a piangere”.
“Mancavo da più di un anno da Brescia – prosegue Picco – e in quel momento ho riscoperto l’importanza di una appartenenza. E mi fermo qui, perché le radici sono risorse di futuro e non pretesti per guardare indietro”.