Il fallimento del ministro degli Esteri Giulio Terzi Sant’Agata per ciò che riguarda la politica estera del nostro governo è ormai evidente. Il caso dei due marò italiani in India parla chiaro. Due dei nostri militari sono ancora dietro le sbarre in un Paese straniero, solo per aver fatto il proprio dovere. E la Farnesina resta a guardare, o quasi. Piangiamo ancora Franco Lamolinara, connazionale ucciso durante un blitz – anzi, una vera e propria battaglia durata un’ora e mezza – delle forze nigeriane e britanniche, senza che l’Italia ne sapesse nulla: il nostro Paese è stato messo al corrente di tutto solo a fatto compiuto.
Rossella Urru? E’ libera, anzi no. Dolore e momenti di angoscia per la famiglia della donna e per l’Italia tutta.
Terzi è indifendibile. Eppure c’è qualcuno che trova il coraggio di stare dalla parte del titolare della Farnesina: è Gianfranco Fini, il presidente della Camera. Il leader di Futuro e Libertà invita a non giudicare il ministro in maniera strumentale. E’ contrario a ciò che dice Fini persino il suo braccio destro, Italo Bocchino, che dopo la serie di errori disastrosi che ha accumulato Terzi in appena 100 giorni, parla di "scotto del noviziato" e concorda sulla richiesta di dimissioni. Richiesta che prima di tutti ha fatto la Lega: durissimo il Carroccio nei confronti dell’ex ambasciatore a Washington. "A livello internazionale ci prendono tutti per il culo", ha detto Roberto Maroni, che ha chiesto le dimissioni di Terzi perché “stiamo facendo una figura da peracottai”. Fini invece dice no. Sta con Terzi. Perché?
Non era mai successo che Fini scendesse in campo a difesa così sperticata di qualcuno, tanto più bruciato da una serie catastrofica di eventi. E così i corridoi e le stanze di certi palazzi romani cominciano a chiedersi cosa ci sia sotto. Sono in molti ad essere convinti del fatto che Terzi sia diventato ministro perché Fini gli doveva un favore. E questo favore potrebbe chiamarsi Montecarlo.
Già, stiamo parlando di quell’appartamento che ha scatenato un putiferio durato mesi. Una off shore acquistò la casa del MSI-AN, poi la cedette ad altra off shore che la passò al fratello della compagna di Fini. Le due off shore nacquero lo stesso giorno, stesso studio, stesso procuratore.
Scrive il Fatto Quotidiano dell’epoca: "Il personaggio chiave nel giallo della casa di Montecarlo finita da An alla disponibilità del cognato di Gianfranco Fini, passando per un paio di società off-shore, si chiama James Walfenzao. Questo professionista caraibico specializzato nella costituzione di fiduciarie, trust e altre scatole esotiche per mettere i soldi al riparo dalle tasse, figura come rappresentante nelle società che hanno comprato l’immobile abitato da Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Fini”.
Walfenzao “è il rappresentante nell’isola di Saint Lucia della Corpag, una società di servizi delle Antille olandesi con filiali in molti paradisi fiscali. Ma soprattutto Walfenzao è il consulente, l’amministratore e il prestanome di un amico di An che ha fatto fortuna nei mari caldi: Francesco Corallo, nato a Catania nel 1960, titolare della multinazionale del gioco Atlantis World con base alle Antille. Walfenzao compare in due operazioni avvenute a distanza di migliaia di chilometri che non hanno nulla in comune tranne la presenza di esponenti di An. Da un lato amministra la società che compra a Montecarlo (a prezzo di favore) la casa di An. Dall’altro controlla per conto di Corallo parte del capitale della Atlantis, la società vicina al vertice di An che in pochi anni ha raccolto miliardi di euro con le sue slot machines in Italia".
Francesco Corallo è un altro nome da tenere a mente. Sempre dal Fatto: “Il gruppo Atlantis è controllato (in parte tramite Walfenzao) da Francesco Corallo, un incensurato che però ha un cognome pesante: è il figlio di Gaetano Corallo, 73 anni, condannato a 7 anni e mezzo (scontati) per associazione a delinquere, latitante per anni in America dopo esser sfuggito alla retata del 1983 per la scalata degli amici del boss dei catanesi, Nitto Santapaola, ai casinò italiani. In quegli anni ruggenti Santapaola andava in vacanza a Saint Marteen dove Corallo senior gestiva un casinò. Oggi nello stesso settore e nella stessa isola il figlio è il re dell’azzardo legale ma lui giura: ‘Non vedo papà da 20 anni e i miei casinò li ho fatti da solo’. Per anni gli investigatori hanno sospettato il contrario. Ma nessun pm ha mai chiesto per lui nemmeno un rinvio a giudizio nonostante le informative della Finanza e della Polizia ipotizzassero rapporti tra Francesco Corallo, il padre Gaetano, il clan Santapaola e persino uno dei latitanti più ricercati dall’amministrazione Bush: l’ex parà italiano, poi genero del presidente della Bolivia e boss del narcotraffico in quel paese, Marco Marino Diodato. Francesco Corallo è stato indagato due volte dalla Procura di Roma per traffico di droga e riciclaggio, ma è stato sempre archiviato tutto".
Francesco Corallo, dunque. Ve lo ricordate? Su ItaliaChiamaItalia ne avevamo parlato all’epoca, perché il caso era andato a toccare da vicino il Consolato generale di Miami e la Farnesina. Cos’era successo? Da Roma, dalla Farnesina – che poi però ha smentito tutto -, qualcuno stava cercando di nominare Corallo console onorario a Saint Martin, offrendogli così la protezione diplomatica. L’ambasciatore a Washington era proprio Giulio Terzi. E Fini era stato già ministro degli Esteri. Ma le nomine dei consoli onorari non partono dalla Farnesina, di regola, ma dai consolati stessi, che propongono diversi nomi al ministero degli Esteri, che poi dovrà prendere le decisioni.
In ogni caso ad opporsi alla nomina di Corallo fu, con forza, l’allora console di Miami, Rocca, che poi ha subìto attentati e strani "incidenti": saltò in aria persino l’auto della moglie che si salvò per miracolo.
Tante ombre e poche luci che però ci fanno pensare. Fini, Terzi, Montecarlo… Senza contare che il titolare della Farnesina è da sempre vicino al Movimento Sociale Italiano, l’Msi di cui Fini è stato segretario per anni. Nulla si può dire con certezza, tuttavia l’atteggiamento di Fini nei confronti di Terzi ci obbliga a riflettere e un po’ ci fa storcere il naso: Terzi è indifendibile, in molti sono a dire che dovrebbe essere sostituito prima possibile; la terza carica dello Stato non può stare dalla sua parte, a meno che… appunto!
Discussione su questo articolo