Abbiamo parlato su ItaliaChiamaItalia degli stipendi d’oro di ambasciatori e funzionari italiani all’estero. Ma c’è un altro centro di spesa fuori controllo, che riguarda il carrozzone italiano oltre confine. Si tratta dei famosi Istituti di cultura italiani all’estero, ai quali si sommano centinaia di istituzioni scolastiche in tutto il mondo. Stiamo parlando di ben 383 centri, che il più delle volte vengono utilizzati come parcheggi d’oro a vantaggio di persone nominate per via politica. I direttori degli IIC hanno stipendi che girano intorno ai 15mila euro al mese (netti), e vengono nominati dalla politica, dal potente di turno, con tutta una serie di scambi di favori e amicizie, senza badare a particolari meriti dei candidati, anche se la legge (401 del 1990, art. 14 comma 6) parla di “personalità di chiara fama”: personalità che possono essere inserite nelle dieci più prestigiose capitali del pianeta.
E i professori italiani nel mondo? Possono arrivare a guadagnare intorno ai 55mila euro l’anno. Questo perchè l’insegnante mandato all’estero mantiene comunque lo stipendio italiano. E’ il caso di 430 persone di ruolo, 74 dirigenti scolastici e 153 dipendenti APC (area promozione culturale). E così ci troviamo di fronte ad una situazione a dir poco insostenibile: 657 persone per un parco di alunni pari a 31mila ragazzi ed un numero imprecisato di utenti presso gli 89 istituti italiani di cultura.
Non è finita qui. Ci sono anche quelli che vengono chiamati i "lettori" universitari: sono docenti di ruolo del Miur che vengono assegnati per un quinquennio nei dipartimenti di italianistica (ove questi esistano) di alcune università straniere. In tutto sono 257 professori, con stipendi spesso superiori a quelli italiani. Inoltre, godono di privilegi diplomatici.
Claudio Micheloni, senatore del Pd eletto in Europa, guardando alle prossime iniziative economiche del nuovo governo, ha già preparato una serie di emendamenti volti a rimodulare la spesa di tutto il comparto. Uno di questi propone proprio di richiamare gli insegnanti di ruolo che abbiamo mandato nel mondo perché siano reinseriti a costo zero nella scuola italiana ottenendo un risparmio dalle spese per indennizzo pari a 18,5 milioni di euro: “Soldi che possono essere riallocati, tra gli altri, agli enti gestori dei corsi di italiano che usano personale in loco”. “Certo vorremmo anche sapere chi sono tutti questi funzionari, segretari, tecnici, contabili e insegnanti. E sapere secondo quali criteri di selezione sono arrivati a quelle posizioni”, lamenta il senatore.
E’ evidente che il modo migliore per risparmiare, per quanto riguarda il carrozzone italiano all’estero, è quello di andare a colpire i privilegi, troppi, di questa vera e propria "casta d’esportazione" che si arricchisce sulle spalle dei contribuenti e degli italiani nel mondo. La politica riuscirà a mettere ogni cosa al proprio posto? La speranza è sempre l’ultima a morire.
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