Rai Internazionale sta soffrendo in questo periodo. E molto. Alcune settimane fa, fonti parlamentari vicine alla maggioranza di governo avevano riferito a ItaliaChiamaItalia che il rischio che il canale internazionale della televisione pubblica italiana potesse essere chiuso era davvero alto. I forti tagli annunciati potrebbero metterlo in ginocchio, se non addirittura annientarlo del tutto. “Ma com’è possibile chiudere Rai Internazionale?”, era stata la nostra reazione, la reazione di chi è da sempre vicino all’universo degli italiani nel mondo. Eppure…
Abbiamo letto nei giorni scorsi l’intervento congiunto dei deputati del Pd eletti all’estero: con i tagli al canale Rai dedicato agli italiani all’estero e, più in generale, al Sistema Italia nel mondo “si toglie voce all’Italia”, hanno denunciato Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci e Porta.
Dalla direzione di RI per ora non vogliono farsi sentire pubblicamente. Capiamo bene i colleghi, e – per quanto possa contare – condividiamo questo atteggiamento, come dire, prudente. Il momento è assai delicato. La trattativa prosegue sui tavoli istituzionali, e davanti a questi forti tagli si sta cercando di trovare possibili soluzioni, per fare in modo che il canale resti in vita e non venga cancellato del tutto. Già, perché tagliare il 50% delle risorse a Rai Internazionale vorrebbe dire, in realtà, non solo andare a intaccare la qualità dell’offerta televisiva, non solo rendere le cose più difficili a chi la gestisce, ma ucciderla.
In questo momento, quindi, l’obiettivo principale è quello di evitare la morte del canale. Come? Facendo dei sacrifici. Per esempio? Lo sport. Comprare i diritti delle partite di calcio costa parecchio: intorno ai 10 milioni di euro l’anno. Pur di mantenere viva Rai Internazionale, si sta pensando a risparmiare su questo capitolo: in questo modo, gli italiani all’estero non potrebbero più vedere le partite sulla rete Rai, ma è anche vero che nel mondo i connazionali molto spesso le partite di calcio le vedono su altri canali, su quelli locali. Se cancellare le partite di calcio potesse permettere davvero al canale diretto da Daniele Renzoni di andare avanti con il resto della programmazione, allora noi non ci penseremmo due volte: via il calcio, ma lasciateci trasmissioni come “Italia Chiama Italia”, quel programma di servizio condotto dalla bella e brava Benedetta Rinaldi, oppure “Regioni d’Italia”, e tutte quelle altre produzioni originali targate Rai Internazionale. Altrimenti, se si dovesse essere obbligati a rinunciare anche a questi programmi, che senso avrebbe Rai Internazionale? Sarebbe soltanto un “copia e incolla” di Rai1, Rai2 e Rai3. E allora non sarebbe più il canale della televisione pubblica diretto agli italiani all’estero, non più quel canale che parla del Sistema Italia nel mondo, ma un inutile contenitore di robe già viste e che sarebbe comunque possibile consultare online; e in ogni caso, di certo perderebbe quella peculiarità per cui oggi RI è prima di tutto una rete che si occupa dei connazionali all’estero, delle loro iniziative, dei loro problemi, ovunque si trovino nei cinque continenti.
Rimane un interrogativo pesante: basterà rinunciare allo sport per convincere la Rai che Rai Internazionale non va ammazzata? Sì, perché se la Rai dovesse decidere di smantellare tutto, allora ci sarà poco da trattare. Potremo solo prendere atto che un pezzo d’Italia nel mondo è stato fatto fuori. Fra tutto ciò che gravita intorno al mondo degli italiani all’estero – Comites, Cgie, Enti gestori vari, persino gli eletti oltre confine – forse l’unica cosa che noi salveremmo sarebbe proprio Rai Internazionale. E voi?
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