Ci risiamo! Qualche mese fa sul tema del Consolato di Newark (e non genericamente del New Jersey, come scrive qualcuno) sommessamente ed educatamente invitai l’On. Fucsia Nissoli, dopo una sua inutile interrogazione, a collaborare con il Comites di New York e nello specifico con i consiglieri eletti in New Jersey (sette, oltre il sottoscritto), o se preferisse direttamente col Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo; o ancora, se non Le era gradito, con il Ministro o con gli altri tre Sottosegretari. Questo perché le interrogazioni, le interpellanze ed ora una risoluzione non hanno alcun effetto, a parte quello propagandistico; servono solo ad irritare i funzionari della Farnesina e soprattutto i responsabili di Governo, specialmente se tutto ciò proviene dai banchi dell’opposizione parlamentare.
Ora torno sull’argomento, sempre educatamente, ma con un pizzico di disappunto.
Si capisce che la mania di protagonismo di alcuni rappresentanti parlamentari degli italiani nel mondo supera l’interesse vero di riaprire una sede Consolare chiusa ingiustamente; chiusura alla quale involontariamente (con un’altra infelice interrogazione alla incompetente ed arrogante Bonino) e volontariamente, col suo voto nella finanziaria (peraltro non decisivo), lla signora Nissoli ha contribuito.
Dal primo giorno dall’insediamento di questo Governo, come Comites di NY ci siamo attivati con proposte concrete perché la Comunità del New Jersey riavesse i servizi che le spettano e la Comunità di New York fosse alleggerita dal peso burocratico che ventimila connazionali possono rappresentare per un Consolato già oberato oltre misura come quello della Grande Mela.
Il Sottosegretario Merlo ha subito recepito le nostre istanze, mettendo però la questione su un binario che non poteva essere isolato, per cui in un quadro di riaperture di sedi diplomatiche ci ha assicurato il massimo impegno per la riapertura di Newark.
Progetti pilota sono già partiti. Tutto il lavoro concertato non ha bisogno di estemporanei interventi che in una situazione di grande fluidità possono semplicemente far danno.
Il nostro augurio oggi è che Merlo abbia la possibilità di lavorare serenamente e che soprattutto questo Governo duri a lungo, una sua caduta repentina renderebbe vano il lavoro fin qui svolto.
Rinnovo quindi il mio invito: evitiamo il fumo di certi interventi esibizionistici e collaboriamo per la riuscita di un progetto comune. A meno che, come nel caso dell’Ambasciata di Santo Domingo, la signora Nissoli non intenda fare confusione, per poi accreditarsi meriti inesistenti. Capisco il momento di difficoltà che la deputata azzurra sta vivendo in questo momento, visto il disfacimento in corso di Forza Italia e quindi il tentativo di accreditarsi politicamente altrove, ma questo non può essere in danno di alcuno.
Nissoli non ne abbia a male se Le ricordo che tre anni orsono ingannò tutti con la raccolta delle firme per la riapertura dei termini del riacquisto della cittadinanza, propinandoci che già quattrocento parlamentari avevano aderito alla sua proposta e che (soprattutto) la soluzione era in dirittura d’arrivo. Allora come oggi, misi in guardia i connazionali con un mio intervento su queste stesse pagine sulla veridicità della notizia. Fui assalito come “disfattista-invidioso” dai fans della Nissoli. Per non parlare dell’allora On. Amato Berardi, quando misi in guardia sulle pagine di America Oggi sulla possibile chiusura del Consolato di Newark.
Ora mi preme far capire ai connazionali che il percorso non è semplice, che ci stiamo lavorando ed abbiamo bisogno del supporto di tutti, in primis dei Parlamentari qui eletti, Nissoli compresa. Non necessitiamo, ripeto, di estemporanei atti propagandistici, ma di atti concordati.
Per concludere vorrei far capire all’On. Nissoli e non solo a Lei che la Comunità del New Jersey non ha bisogno di una sede generica nello Stato, bensì di una sede che sia vicina alla grande maggioranza dei connazionali in termini geografici e logistici. Questo sia chiaro! Per questo parlo di Newark o dintorni (io vivo lontano da Newark, a scanso di equivoci o interessi).
A chi sostiene di far aprire la sede a Trenton per migliori rapporti col le Istituzioni dello Stato, vorrei ricordare che la sede Consolare serve prima di tutto ai connazionali e agli operatori economici; poi faccio notare che in tutti gli Stati Uniti le sedi consolari non sono nelle capitali degli Stati (esclusa Boston) ma dove vive la maggioranza della Comunità e dove le attività commerciali con l’Italia sono più diffuse. Miami e Chicago come New York o Detroit non sono Capitali di Stato, così come le altre sedi.
Anche questo ci sembra un tentativo mistificante di danneggiare il progetto importante della riapertura del Consolato, che interessa prima di ogni altro le Comunità di New York e soprattutto del New Jersey.
Augusto Sorriso
Consigliere Comites New York
(residente in New Jersey)