La Camera ha approvato ieri all’unanimità – 489 sì su altrettanti votanti – la ratifica ed esecuzione dell’Accordo di riconoscimento dei titoli di studio tra Italia e Venezuela, sottoscritto a Caracas il 27 luglio 2007.
Il provvedimento, giunto in Aula dopo l’esame in Commissione Affari Esteri, è stato seguito in ogni suo passo dal deputato del Pd eletto in Sud America, Fabio Porta, che, intervenendo a nome del suo gruppo parlamentare, ha espresso "la grande soddisfazione personale e del Partito Democratico per la ratifica di un importantissimo trattato atteso dal 2007 dalla nostra grande collettività residente in quel Paese".
"In Venezuela", ha ricordato Porta, "vive una delle più grandi comunità di italiani e italo-discendenti al mondo; una collettività che nel corso degli ultimi anni è stata oggetto di pesanti attacchi da parte della criminalità locale, soprattutto a causa dei ripetuti sequestri di persona che hanno colpito diversi nostri connazionali".
"In questo senso", secondo il deputato democratico, "l’approvazione dell’accordo da parte del nostro Parlamento è un segnale di attenzione e di speranza; non vogliamo nascondere né negare le criticità e nemmeno le contraddizioni dell’attuale situazione politica venezuelana, ma consideriamo sbagliato far ricadere tali difficoltà sulla ratifica di un trattato che beneficia in primo luogo i nostri connazionali".
La discussione in Aula era iniziata con l’intervento del relatore Gennaro Malgieri e la discussione sulle linee generali del provvedimento di "Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di riconoscimento degli studi, titoli e diplomi di istruzione media, diversificata e professionale per il proseguimento degli studi di istruzione superiore, tra i Governi della Repubblica italiana e della Repubblica Bolivariana del Venezuela, sottoscritto a Caracas il 27 luglio 2007".
L’accordo, aveva spiegato Malgieri, "mira a venire incontro alle legittime esigenze nutrite dalla nostra comunità residente in Venezuela, sanando la carenza di una disciplina bilaterale del riconoscimento degli studi dei titoli e dei diplomi di livello medio per il proseguimento degli studi di livello superiore in Italia ed in Venezuela".
"Attualmente", aveva continuato, "i diplomi conseguiti presso i nostri istituti in Venezuela non ricevono alcun riconoscimento legale da parte delle autorità venezuelane, acuendo il rischio di una diminuzione delle iscrizioni presso queste istituzioni scolastiche e a detrimento, quindi, della diffusione della lingua italiana in un Paese che conta circa un milione di oriundi. Il presente accordo è inteso a consentire agli studenti che ottengano il diploma superiore nelle scuole italiane, incluse quelle esistenti in Venezuela, di iscriversi negli atenei venezuelani senza prove integrative da sostenere ad esclusione di un esame di lingua spagnola. Agli studenti con il titolo di baccelliere (11 anni), rilasciato dagli istituti venezuelani che aspirano a continuare gli studi presso gli atenei italiani è richiesta la frequenza di un anno aggiuntivo presso le istituzioni scolastiche italo-venezuelane o presso gli atenei venezuelani, risultando in tal modo esonerati dalla prova di conoscenza della lingua italiana. Gli studenti in possesso di un diploma delle scuole tecniche venezuelane (12 anni) non devono frequentare l’anno aggiuntivo, ma sostengono la prova di conoscenza linguistica".
Tutto ciò, aveva precisato il relatore, fatta salva "l’autonomia didattica degli atenei poiché l’accordo si limita a riconoscere i titoli che consentono l’accesso alle prove d’ingresso delle istituzioni universitarie dei due Paesi, senza che ciò comporti l’obbligatorietà dell’ammissione dei candidati".
L’accordo prevede inoltre – "ed è molto importante", ha sottolineato Malgieri – l’istituzione di una Commissione composta da due rappresentanti dei Ministeri dell’istruzione dei rispettivi Paesi e da un rappresentante scelto di comune accordo tra le parti, che coordini la Commissione nelle attività di informazione, di valutazione e di controllo dei risultati dell’accordo.
Quanto agli oneri da porre a carico del bilancio dello Stato, come documentato dalla relazione tecnica allegata al provvedimento, essi ammontano a 5.100 euro annui alterni a decorrere dal 2012, anno in cui la Commissione si riunirà in Venezuela.
"L’intesa, che è già stata ratificata dal Governo di Caracas, risponde alle aspettative di rafforzamento della collaborazione culturale, scientifica e tecnologica con un Paese chiave del subcontinente latinoamericano, fortemente segnato dalla storica presenza di una vivace e qualificata comunità di connazionali, dedita prevalentemente alle attività economico-commerciali, industriali ed alle libere professioni", aveva osservato Malgieri, ricordando che "attualmente la collettività italiana è la più consistente in America latina, dopo quella del Brasile e dell’Argentina, con circa 200 mila connazionali residenti anche se solo 115 mila risultano iscritti all’anagrafe consolare". (aise)
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