"L’assassinio di Modou Samb e Mor Diop a Firenze è solo l’ultima sanguinosa manifestazione della violenza razzista che da anni colpisce rom e migranti in Italia. Non è stato un “regolamento di conti”, come precipitosamente una parte della stampa ha etichettato la strage, con la consueta allusione alla malavitosità dei migranti.
Non si è trattato del gesto isolato di un folle. È stato il punto di arrivo di un’ideologia violenta, razzista e xenofoba, che germina in contesti politici di destra". Così il Coordinamento di Sinistra Ecologia e Libertà Svizzera a commento dei tragici fatti di Firenze, eventi drammatici che risvegliano l’impegno per una "lotta comune per i diritti dei migranti".
L’elenco dei crimini che hanno visto i migranti tra le vittime, ricordano da Basilea, è "fin troppo lungo" e "parte da Castelvolturno: sei neri, africani uccisi dalla criminalità organizzata. I pogrom di Ponticelli contro i rom, di Rosarno contro i braccianti agricoli africani, agguati razzisti che hanno avuto come ennesimo triste episodioil raid al campo rom di Torino dello scorso fine settimana. La rabbia e l’aggressione, i roghi, la furia collettiva di cittadini e cittadine “normali” per punire gli indesiderabili sono la manifestazione del razzismo quotidiano che cova e si alimenta dalla propaganda. Il discorso razzista ha prodotto una grande resa in termini elettorali oggi in Italia. Forze politiche, come la Lega, – accusa Sel Svizzera – hanno fatto del “cattivismo” anti immigrati la propria ragione politica. La criminalizzazione dei migranti e dei rom e’ divenuta strumento di consenso politico, con l’umiliazione sistematica e la mortificazione di ogni diritto come risultato dell’applicazione di politiche discriminatorie. Troppi ammiccamenti della politica, talvolta anche a sinistra nella ricerca del consenso sul terreno della destra, hanno prodotto una profonda devastazione culturale e grandi ferite al diritto e ai principi costituzionali".
Per il coordinamento svizzero, "le belle manifestazioni del 17 dicembre hanno segnato un momento importante di mobilitazione antirazzista. Ma ora è urgente definire un’agenda politica che deve mettere al proprio centro la lotta al razzismo e alla xenofobia in ogni sua manifestazione; l’adozione di provvedimenti per la parità di trattamento dei migranti e contro ogni tipo di discriminazione; l’attuazione del principio di cittadinanza per i migranti come insieme dei diritti civili, sociali e politici, di cui sono ancora privi, in forte ritardo rispetto ad altri Paesi civili. Per questo aderiamo con convinzione alla campagna “l’Italia sono anch’io”; la costruzione di un percorso culturale sostenibile e duraturo che metta in discussione stereotipi e luoghi comuni nella scuola, nello sport, negli eventi culturali, nella pubblicità e nell’informazione".
"Come organizzazione della sinistra italiana in Svizzera", Sel esprime "piena adesione alla campagna antirazzista e all’iniziativa “L’Italia sono anch’io”. Il nostro vuole essere in primo luogo un contributo di memoria storica. Troppo spesso dimentichiamo la nostra storia di emigranti italiani in giro nel mondo alla ricerca di lavoro e di fortuna: un percorso di sofferenze, di umiliazioni, costellato anche di aggressioni razziste che hanno fatto numerose vittime! Ma il nostro – sottolineano – è anche un richiamo alla lotta comune per i diritti dei migranti. La cittadinanza per chi, figlio di immigrati, nasce e cresce in un nuovo paese, il diritto di voto, le pari opportunità nel lavoro, nella scuola e nella ricerca di una casa sono state le battaglie storiche dell’associazionismo degli italiani all’estero".
Per Sel Svizzera "è sacrosanto che esse lo diventino anche per i cittadini immigrati in Italia! Sa un po’ di beffa lo scenario attuale che vede gli italiani all’estero rappresentati nel parlamento italiano da deputati e senatori eletti nella Circoscrizione estero e nello stesso tempo milioni di cittadini che vivono e lavorano in Italia esclusi dalla cittadinanza e dai diritti di partecipazione! Rivolgiamo un appello ai Parlamentari eletti dagli italiani all’estero, in particolare a quelli del centrosinistra, affinché, uscendo da un ruolo che li vede impegnati quasi esclusivamente in problematiche settoriali delle nostre collettività, escano dal silenzio e si rendano protagonisti di un progetto comune contro i razzismi e per i diritti di tutti i cittadini: immigrati ed emigrati! Un passo minimo e significativo in questo senso – concludono – sarebbe quello di andare a Firenze ad incontrare la comunità senegalese ed esprimerle l’affetto e il sentimento di fratellanza a nome di milioni di italiani all’estero che non dimenticano la loro storia!".
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