La normativa vigente prevede che i patronati possono svolgere, sulla base di apposite convenzioni con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), attività di supporto alle autorità diplomatiche e consolari italiane all’estero. In questi giorni il MAECI ha iniziato le trattative con i patronati per una nuova convenzione.
Inspiegabile la decisione del MAECI di affidare compiti istituzionali, propri dell’amministrazione statale, ad enti privati. Motivo di ancor più grande preoccupazione è la gestione amministrativo-contabile di questi enti che in più occasioni si è rivelata carica di criticità ed è stata addirittura oggetto di attenzioni e approfondimenti da parte della stampa nazionale, nonché di quella d’emigrazione, per casi di truffa nei confronti dei pensionati, nonché di mala gestione dei fondi pubblici.
Pochi giorni fa, il 3 ottobre, ha avuto luogo l’incontro alla Farnesina tra Governo, Amministrazione, patronati ed eletti all’estero. Il Sottosegretario Amendola e il Direttore Generale Luigi Vignali della Direzione Generale per gli Italiani all’ Estero (DIGIT) hanno convocato e presieduto detta riunione, in quanto delegati per gli italiani all’estero.
Il tema, come si legge nella stampa, era l’elaborazione di una convenzione MAECI-Patronati quale una indifferibile esigenza di sinergia e di collaborazione tra Amministrazione e gli enti in questione.
In questo contesto l’opinione pubblica si aspettava che i rappresentanti del MAECI confrontassero perlomeno la controparte con i risultati del rendiconto del Comitato per le questioni degli italiani all’estero (CQIE) del Senato, che, durante l’indagine sull’operato dei patronati oltre confine, aveva evidenziato parecchie irregolarità, a tal punto che il presidente del CQIE, Senatore Claudio Micheloni, affermava di avere raccolto pesanti prove e importanti documenti da consegnare alla procura della Repubblica di Roma, al fine di aprire indagini sui responsabili di tali misfatti.
Ma sia il Sottosegretario che il Direttore Generale hanno omesso, in questa occasione, di citare questi gravi fatti. In particolare, hanno trascurato l’infame caso della truffa del Patronato INCA/ CGIL occorsa a Zurigo, della quale innumerevoli cittadini sono rimasti vittime. Da anni essi chiedono giustizia alle istituzioni competenti (vedi “Le Iene” del 9 aprile 2017 “Gli emigranti italiani fregati dal sindacato“).
Dai media si è altresì appreso che il Direttore Generale Vignali è stato in missione proprio a Zurigo, giovedì 28 settembre. Nel corso della visita il funzionario ministeriale ha incontrato i principali rappresentanti degli organismi elettivi della collettività, nonché esponenti della nuova mobilità italiana, imprenditoriale e accademica, ed il personale della sede consolare. Quale migliore occasione per trattare il caso della truffa occorsa proprio in quella città? Ma nemmeno in questo ambito il Direttore Generale Vignali ha ritenuto opportuno proporre questa gravissima tematica come oggetto di discussione.
Sembra che i cittadini rimasti vittime della infame truffa dell’Inca/Cgil siano vittime di seconda classe per le istituzioni italiane preposte alla loro tutela e difesa. Il confronto circa la prospettiva di una cooperazione mediante convenzione con i patronati che hanno truffato decine e decine di connazionali pare avere purtroppo assunto carattere di priorità.
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