Tra le tante brutte notizie che ci ha portato quest’anno, si aggiunge ora anche quella della scomparsa dell’on. Mirko Tremaglia. Era malato da tempo, ma tutti pensavano che la sua forte fibra lo avrebbe sostenuto ancora per molto.
Adesso tutti piangono in lui il difensore degli Italiani all’Estero, l’ideatore dell’AIRE, l’artefice delle modifiche costituzionali che hanno portato all’elezione dei deputati e senatori eletti all’estero, l’unico ministro nella storia d’Italia preposto alla tutela degli interessi politici, culturali e sociali delle comunità di nostri connazionali sparsi in tutto il mondo.
Però non possiamo fare a meno di ricordare che tra coloro che oggi lo piangono ci sono persone appartenenti alla sinistra ed al centro che hanno sempre ostacolato, ed a volte ridicolizzato, la sua strenua battaglia per il riconoscimento dei diritti ai nostri connazionali, a cominciare da quello del voto, accusandolo di “nostalgismo” nazionalista. E non riscuoteva certo simpatie la sua esperienza bellica nelle file della Repubblica Sociale Italiana, la sua prigionia nel famigerato campo di concentramento americano di Coltano (antesignano di Guantanamo, per come venivano trattati i prigionieri di guerra), la sua militanza nel Movimento Sociale Italiano e l’amicizia, che si trasformava in venerazione, nei confronti di Giorgio Almirante.
I consensi da quelle parti gli sono venuti solo quando egli – per una scelta peraltro non condivisa dalla maggior parte dei suoi colleghi e collaboratori – si schierò con l’attuale presidente della Camera, non condividendo alcune scelte politiche e personali dell’allora presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, con le cui liste tuttavia fu eletto deputato.
La sua scomparsa lascia ora un vuoto, dovuto non tanto alla sua attività che negli ultimi mesi era praticamente cessata, ma proprio per la stessa politica degli Italiani all’Estero. Non vi è più una figura carismatica e carica di passione come lui a difendere quello che era stato conquistato in tanti anni di battaglie parlamentari e non, a cominciare dal voto per finire con gli organismi di rappresentanza, Comites e Cgie. Non vi è neanche più un’autorità politica che rappresenti adeguatamente gli Italiani all’estero: non solo si è fatto un ministero per gli immigrati e non per i nostri emigrati, ma si è nominato un sottosegretario che non è neanche italiano, che non ha mai avuto alcuna esperienza in materia e che ha il compito, pensate un po’, di occuparsi dell’”integrazione” degli italiani all’estero nei paesi di residenza, e non rafforzare i legami con la Nazione di nascita!
Ci auguriamo comunque che il cordoglio per la morte di Mirko Tremaglia possa dare una scossa a coloro che rappresentano in tutti gli ambiti gli Italiani all’estero, affinché nel suo nome trovino concordia al di là dei partiti di appartenenza per difendere le conquiste ed i diritti ottenuti, anche nei confronti di un Governo e di un Sottosegretario che sembrano essere al di là di qualsiasi critica perché “tecnici” ispirati dalla Banca Centrale Europea.
Siamo certi che Mirko ritroverà nei cieli il suo amato figlio Marzio ed il suo infaticabile ed indefettibile collaboratore Bruno Zoratto, che lo hanno preceduto lasciandogli un grande vuoto nel cuore, causa non ultima della sua malattia. In alto i cuori!
*membro del Consiglio Generale degli Italiani all’estero
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