Michele Schiavone, Segretario del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla plenaria del CGIE che si tiene in questi giorni a Roma, parlando delle appena concluse elezioni Comites ha detto: “Le ‘macerie’ lasciate dalle elezioni dei Comites non sono riconducibili al puro astensionismo, ma vanno ricercate nell’assenza dello Stato e delle istituzioni nelle circoscrizioni consolari. Se il risultato delle iscrizioni alle liste è stato deludente e il peggiore da quando esistono i Comites dobbiamo chiederci il perché”.
“Questa débâcle ci richiama alla difesa della rappresentanza”, ha continuato Schiavone sottolineando l’importanza di “investire sugli italiani all’estero”.
“Gli italiani all’estero hanno bisogno di una guida politica sicura, presente e attenta, chiedono certezze, hanno bisogno di sentirsi utili al destino del paese e chiedono di condividerne le scelte”, ha aggiunto Schiavone. “I connazionali all’estero hanno bisogno di un’attenzione continua che non può essere circoscritta solo ai momenti istituzionali”, ha proseguito, spiegando che il CGIE “chiede modifiche dei rapporti istituzionali e una collaborazione costante con la presidenza del Consiglio dei ministri”.
L’Italia “deve tenere presente la situazione degli italiani all’estero e portarli fuori dalla palude amministrazione in cui sono. Il diritto all’integrazione di chi parte è la forza di chi resta”, ha concluso.
DELLA VEDOVA: “RIFORMA NECESSARIA”
Le elezioni per il rinnovo dei Comites, che hanno costituito 115 nuovi Comitati degli italiani all’estero, “è stato un esercizio che ha impegnato l’amministrazione ma l’esito ha confermato, alla luce della ridotta partecipazione, la necessità e l’urgenza di una radicale revisione della normativa di riferimento di Comites e Cgie per consentire maggiore coinvolgimento e sostegno alle nuove generazioni fornendo nuova linfa agli organismi rappresentativi”. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, intervenendo alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero.
Il voto, secondo Della Vedova, è stato un passaggio dovuto “anche perché a questo punto abbiamo davanti un periodo congruo per mettere in campo, a partire dalle proposte che già ci sono in parlamento, una riforma e io mi auguro che sia possibile farlo”.
“Finché avrò un ruolo – assicura il sottosegretario agli Esteri – intendo dare una mano affinché si possa arrivare in questa legislatura all’approvazione di una riforma che tenga conto degli spunti che arrivano dalle analisi della realtà attuale dell’emigrazione”.