Michele Schiavone, segretario generale del CGIE, da Matera, dove oggi si è riunito il Consiglio Generale degli italiani all’estero, ha detto: “Questa terra da culla di civiltà è diventata una terra di riscossa. Questo è avvenuto tramite una mescolanza. E’ questa la forza delle nostre genti”.
“Dobbiamo recuperare spunti attraverso la memoria. È una sfida e un impegno anche per gli italiani che vivono nel mondo. Nel ruolo che ci compete facciamo leva su passione identità e cultura. Questo sono gli italiani che vivono nel mondo”.
Il CGIE dovrà “affrontare sfide e avrà un ruolo: guardare in alto e realizzare le aspettative dei 5 milioni di italiani che vivono nel mondo. Una famiglia immensa di cui il nostro Paese può e deve contare”.
“Quando si intrecciano esperienze ” si va lontano, ha sottolineato il Segretario Generale del CGIE: “Dobbiamo nella transumanza creare sistemi nei quali gli italiani nel mondo con il loro agire possono identificarsi ed agire. Bisogna tenere vivi gli organismi di rappresentanza che hanno bisogno di essere coordinati. Occorrono i giusti strumenti e per alcuni aspetti il nostro Paese è in ritardo. Serve uno sforzo comune”.
Intervenuto lo scorso sabato al seminario su Donne ed Emigrazione organizzato dal CGIE a Roma, Schiavone ha detto: “L’impegno del Gruppo Donne del CGIE è una motivazione in più per lo stesso Consiglio generale degli italiani all’estero in quanto si aprono scenari nuovi”.
Soffermandosi sul mondo del lavoro, Schiavone afferma: “Ovunque ci sono disparità, soprattutto si manifestano nel salario. Occorrerà fare passi in avanti, impegnarsi affinché si arrivi a capire che l’individualità va sostenuta per quello che è nella sua essenza, indipendentemente dalla questione di genere”.
Le cittadine italiane nel mondo “hanno bisogno di far affermare questi principi. Abbiamo bisogno di raggiungere degli obiettivi: questa – ha concluso – potrebbe essere una sfida affinché si possa indire la Prima conferenza mondiale delle donne in emigrazione”.