Dal 10 marzo scorso il Consiglio generale degli italiani all’estero vive una situazione anomala, “bloccato in un regime di prorogatio a causa di una discutibile quanto zelante decisione dell’Avvocatura di Stato”: lo afferma il Segretario generale del CGIE, Michele Schiavone, in conferenza stampa, che continua: “In questi mesi le funzioni che il CGIE è chiamato a svolgere sono espressamente limitate all’ordinaria amministrazione. In sostanza – spiega ancora Schiavone – il CGIE è condizionato ad esprimere solo pareri obbligatori su specifiche proposte del governo riguardanti le comunità italiane nel mondo, questioni che rientrano nella categoria degli atti urgenti e indifferibili”. Così non si può andare avanti, naturalmente.
Per questo Schiavone, a nome di tutto il CGIE, chiede al ministro degli Esteri Antonio Tajani “di accelerare i tempi per fare ripartire le nostre attività e convocare con urgenza l’assemblea di insediamento del nuovo CGIE”. Schiavone ha ricordato che Tajani, nella sua funzione di ministro degli Esteri, è anche presidente del CGIE.
“Sono ormai trascorsi tre anni circa dall’ultima plenaria”, ha affermato il Segretario generale, evidenziando come su alcuni temi – ha citato per esempio il turismo delle radici – non siano ancora chiari i meccanismi e le dinamiche; non è ancora chiaro, insomma, come poter coinvolgere davvero gli italiani nel mondo e quali siano gli enti che dovrebbero svolgere tale ruolo di raccordo.
Tutto questo mentre “si assottiglia il numero dei corsi di lingua, causando così la chiusura di tanti enti gestori”. Esistono poi “enormi disagi presenti nella rete consolare”, i Consolati italiani all’estero sono “in forte affanno nell’erogazione dei servizi per insufficienza di organico” e questo ha “effetti devastanti sulla nuova mobilità”, ma non solo.
Schiavone – ma anche i vari consiglieri che sono intervenuti da ogni parte del mondo – descrive una rete consolare ridotta a un colabrodo; cosa che noi sappiamo molto bene, visto che di certe tematiche ci occupiamo tutti i giorni come quotidiano online vicino agli italiani nel mondo. Il Segretario del CGIE ha spiegato che, nel frattempo, associazioni, Comites e patronati stanno cercando di supplire a questa mancanza di servizi presso i Consolati.
Schiavone ha poi sottolineato quanto sia urgente procedere con la delega agli italiani nel mondo, da assegnare presumibilmente a uno dei due sottosegretari alla Farnesina. Questo anche perché si avvicina la manovra economica ed è già cominciata la discussione del documento di programmazione economica e finanziaria, con cui si dovrà decidere quali saranno gli interventi a sostegno delle politiche per gli italiani all’estero.
Insomma, ha concluso Michele Schiavone, “oggi il CGIE chiede al governo uno scatto d’iniziativa per poter tornare ad operare nel pieno delle proprie prerogative”.