"Chiedere agli italiani residenti all’estero di pagare l’Imu sulla casa che hanno in Italia come se fosse la seconda casa è un’aberrazione, o, se vogliamo essere più cauti nel giudizio, un grave errore politico. Come Movimento delle Libertà, in contatto con tantissimi connazionali residenti oltre confine, ci appelliamo al buon senso del governo Monti e all’esperienza del ministro degli Esteri Giulio Terzi Sant’Agata: l’esecutivo ci ripensi". Così Massimo Romagnoli, PdL, presidente del Movimento delle Libertà, che prosegue: "La casa che gli italiani nel mondo possiedono in Patria rappresenta concretamente il desiderio, se non addirittura il bisogno, di chi vive lontano, di mantenere i legami con le proprie radici e con le proprie famiglie di origine. Spesso è stata acquisita come eredità o donazione e viene mantenuta con tanti sacrifici nell’attesa di un possibile dolce ritorno, temporaneo e perfino definitivo. Ragioni sentimentali, ma anche specificatamente economiche, per quello che puo’ significare il business dei viaggi per gli operatori turistici, stanno dietro alla nostra richiesta pressante: la casa dei connazionali all’estero deve essere considerata prima casa. Anzi, a parer nostro, se non è in affitto, dovrebbe persino essere esentata dal pagamento dell’Imu. Già gli italiani all’estero pagano Tarsu e bollette senza vivere la loro abitazione tutto l’anno, e ci sembra un abuso. Va bene che siamo in crisi, ma non accettiamo l’idea che appartamenti piccoli e modesti debbano essere considerati tout court come fonte di rendita o ricchezza. Bisogna sapere e potere distinguere, articolando la tassazione in modo più equo".
Dunque, "invitiamo i parlamentari che a Roma rappresentano gli italiani nel mondo – conclude Romagnoli – a continuare a farsi sentire nelle giuste sedi istituzionali, incessantemente, finchè non si arrivi a una modifica almeno parziale dell’attuale provvedimento".
Discussione su questo articolo