Venerdì scorso si è riunito a Roma il Comitato Scientifico del Forum Associazioni italiane nel Mondo (FAIM), il forum nato dagli Stati Generali dell’associazionismo italiano celebrati nel 2015, che in poco tempo ha raccolto l’adesione di 10 Federazioni nazionali e 95 associazioni operanti in Italia e all’estero.
Fin dalla prima fase organizzativa – si legge in una nota del Forum -, il FAIM ha puntato sulla costituzione di un Comitato Scientifico di accompagnamento e di supporto alla propria attività, ottenendo l’adesione di ricercatori e docenti universitari con estese e comprovate competenze nel mondo dell’associazionismo sociale e delle reti associazionistiche.
Per garantire margini di operatività concreta al Comitato, il FAIM ha optato per una composizione snella, limitandola ad otto esperti, per cui il Comitato Scientifico risulta così composto: Sivia Aru (docente università di Cagliari), Antonio Bonetti (docente, esperto in ambito UE di pianificazione strategica e finanza sociale), Cristiano Caltabiano (sociologo, ricercatore IREF), Massimo Campedelli (sociologo e ricercatore), Delfina Licata (ricercatrice Fondazione Migrantes), Grazia Moffa (docente università Salerno), Enrico Pugliese (docente, accademico e ricercatore CNR), Matteo Sanfilippo (accademico e direttore CSER).
Nella riunione, il Coordinamento del FAIM e il Comitato Scientifico hanno dato vita ad un ampio e fattivo confronto sulle linee programmatiche del convegno “Migrare in tempo di crisi, necessità e opportunità: più tutele, più diritti” che si svolgerà alla fine di ottobre e sarà preceduto da un seminario propedeutico da tenersi nel mese di luglio.
“È di massima attualità – ha sottolineato Franco Narducci, portavoce del FAIM – a fronte del crescente flusso di emigrazione dall’Italia, di analizzare i bisogni, le difficoltà e gli ostacoli, non solo di carattere economico, che accompagnano il nuovo fenomeno dell’emigrazione italiana in questo prolungato periodo di crisi. Ma anche di valutare il profilo sociale aggiornato dei nuovi migranti, per capire a quali condizioni sia possibile costruire una rete di sostegno che veda l’associazionismo protagonista in uno scenario profondamente cambiato rispetto al passato”.
Il focus riguarderà essenzialmente sei nazioni: Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera e un Paese extra-europeo.
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