“Che fa il governo italiano per tutti quegli italiani all’estero che non riescono ad accedere ai servizi consolari perché la rete consolare italiana nel mondo sta funzionando a singhiozzo a causa della pandemia e delle conseguenti restrizioni imposte dai diversi governi? Chiariamolo subito: il Coronavirus non può diventare un alibi per chiudere le nostre sedi o per non offrire ai nostri connazionali servizi efficienti in tempi dignitosi. Sono davvero tante le denunce che ci arrivano da parte di italiani all’estero che non riescono a rinnovare un passaporto, per esempio, perché il Consolato non glielo consente. E questo è inaccettabile”. Lo dichiara Ricky Filosa, coordinatore MAIE Europa.
“Attenzione: ci sono sedi che fanno i salti mortali per garantire, in sicurezza, i servizi consolari. A chi vi opera e lavora con impegno e abnegazione va il nostro più profondo ringraziamento. Ce ne sono altre che, mettiamola così, si sforzano meno. C’è un caso che è stato sollevato anche dalla stampa nazionale italiana. E’ quello che riguarda Ilenia Frandi, una mamma residente nel Regno Unito, che non riesce a rinnovare il passaporto, ormai in scadenza, del proprio figlio minorenne. Dopo gli articoli apparsi sui giornali – prosegue Filosa -, parlamentari italiani si sono interessati alla vicenda. Qualcuno di loro ha scritto al Consolato, che come tutta risposta ha replicato che la signora Frandi può benissimo andare in Italia per rinnovare il documento di viaggio del proprio figlio, visto che ancora non è scaduto. Anziché aprire le proprie porte alla nostra connazionale, il Consolato suggerisce una trasferta nello Stivale in piena pandemia. In realtà, dice anche che la signora potrebbe comunque sempre richiedere un appuntamento: si dà il caso, tuttavia, che di questi tempi sia pressoché impossibile ottenerlo, perché i sistemi risultano tutti bloccati. Riuscire a prenotare un appuntamento è un vero e proprio terno al lotto”.
“E’ importante contestualizzare e dunque ricordare che tutt’oggi in UK, fino al 15 Maggio 2021, vige la direttiva che ci si può recare in Italia solamente per comprovata emergenza. Nel caso della signora Frandi l’emergenza non esiste, visto che sta chiedendo il rinnovo del passaporto di suo figlio, ancora in vigore. In quanto iscritta all’AIRE, sarebbe dovere del Consolato provvedere al servizio. Questa storia ai nostri occhi è talmente incomprensibile che stiamo valutando, come MAIE, l’opportunità di una interrogazione parlamentare, per andare fino in fondo e vederci chiaro. La battaglia, ovviamente, non è solo per Ilenia Frandi, ma per tutti gli italiani all’estero che oltre confine hanno diritto di poter rinnovare il proprio passaporto in ogni momento e in tempi dignitosi”.
“In conclusione – conclude Ricky Filosa -, come MAIE Europa ci chiediamo: ma alla Farnesina non è stato nominato un Sottosegretario con delega per gli italiani nel mondo che si chiama Benedetto Della Vedova? Dov’è? Che fa? Conosce il caso della signora? Sa che nel mondo esistono tantissimi altri casi come il suo? Che aspetta ad intervenire?”.