Nel decorrere delle giornate, si sente abitualmente la battuta: “Nella vita non c’è niente che sia facile o difficile”. Una frase che abbiamo sentito spesso pronunciata dal protagonista di questo articolo, Ricardo Antonio Merlo.
Personaggio chiave nella cronaca nostrana di questi giorni, che è stato capace di essere protagonista di una impresa, di una storia ambiziosa, che lo ha portato a diventare un esponente importante della politica italiana e nei suoi rapporti con la politica internazionale.
Questo grazie al fatto di essere stato capace di intraprendere e di portare a termine un disegno che lo ha portato ad essere considerato un politico di successo che, per raggiungere il suo obiettivo, è stato capace sì superare enormi ostacoli. E lo ha fatto perché ha sempre avuto presente il suo obiettivo, dove voleva arrivare.
Per farlo, non ha esitato a percorrere strade complicate. Il suo primo obiettivo di ordine politico è stato quello di diventare deputato al Parlamento italiano; dopo senatore e quindi ottenere un incarico di governo.
Un ministero o poco giù di lì, per disporre di portafoglio sul quale decidere per destinarlo a iniziative in favore dell’immenso numero di italiani residenti all’estero o dei loro discendenti. Per una questione di lealtà e di giustizia per le comunità dalle quali lui stesso proviene, ma anche per creare rete, per mettere in moto il circolo virtuoso di rapporti tra il Bel Paese e l’Italia fuori d’Italia.
Per conquistare il successo nel suo percorso, ha messo in luce alcune caratteristiche che fanno parte del suo temperamento, valori personali come la volontà, la tenacia, la perseveranza, grazie ai quali arrivò dapprima a Montecitorio, poi, pochi mesi fa, a Palazzo Madama. Infine ha raggiunto la sua meta più ambiziosa, quella di far parte del governo, ottenendo dalla strana coalizione tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega, la nomina a “Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale”.
Viene quindi spontaneo chiedersi, chi è questo personaggio che ottiene quanto si propone?
Per conoscere aspetti della sua storia, ecco il profilo umano di Ricardo Merlo. La sua biografia ufficiale ci informa che è nato a Buenos Aires e che il nostro protagonista è stato già da giovane vivace e creativo. E’ stato autore e promotore di tante iniziative nell’inizio della sua attività pubblica, in beneficio, allora, della sua regione d’origine, il Veneto, e della comunità dei suoi corregionali.
Tra gli altri fu l’autore del Progetto A.V.A. (Asociación Veneta Argentina), per assicurare assistenza sanitaria gratuita a 500 anziani veneti dell’Argentina, tramite un contratto con una tra le regioni e una tra le più importanti assicuratrici sulla salute (Prepaga) dell’Argentina. Poi ha implementato il Progetto PLIA, che ha assegnato 1000 borse di studio per incrementare e perfezionare la conoscenza della lingua italiana tra i discendenti dei veneti, attraverso un accordo firmato con l’Associazione Dante Alighieri in Argentina.
È stato organizzatore e relatore al “Convegno mondiale UTRIM” (Buenos Aires, 1996), presidente della Federazione Veneta Argentina (CAVA) tra gli anni 2002 e 2006, presidente dell’Associazione Trevisani nel Mondo Argentina (2007), e rappresentante in America Latina per il Sudamerica dell’Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati.
Per quanto riguarda la sua formazione, si è laureato in Scienze Politiche all’Università del Salvador di Buenos Aires. Merlo ha poi perfezionato i suoi studi in Italia presso l’Università di Padova, Facoltà di Scienze Politiche, Corso di Diritto e Economia Politica della Comunità Europea. In riferimento al suo “profilo politico”, si tratta di un altro capitolo di questa appassionante storia e sul quale si può affermare senza dubbio che si tratta della grande passione di Ricardo Merlo.
Il neo-sottosegretario agli Esteri vive la politica con una grande vocazione al servizio. Per definirla, basta ricordare la frase che usa spesso, parafrasando Cartesio: “Sono politico, quindi esisto”. Altra definizione sul nostro personaggio, l’ha data tempo fa un dirigente locale: “In questa specie di zoo nella quale si svolge la politica, Merlo è un animale politico per natura”. O, parafrasando la stampa italiana all’epoca della Dc, “un cavallo di razza”.
Merlo, se andiamo al suo cognome, è una “rara avis”, con lo spirito viaggiatore della rondine, la laboriosità della formica, l’astuzia della volpe, e come il salmone è perseverante nel nuotare anche contro la corrente per salire verso il fiume, il nostro dimostra una perseveranza straordinaria per raggiungere e conquistare militanti per il suo movimento politico, il MAIE.
Agli inizi della sua carriera, Merlo ha avuto un padre politico: il presidente della FEDITALIA, Luigi Pallaro. Questa personalità della nostra comunità, lo ha scoperto, gli ha fatto conoscere la collettività, le sue problematiche e lo ha promosso tra i giovani dirigenti della collettività. Più tardi hanno fatto parte della stessa lista nelle elezioni dei Comites di Buenos Aires (che Merlo ha presieduto) e lo ha proposto per far parte del CGIE.
Nel 2006 Pallaro e Merlo sono entrati nella politica grande, costituendo l’AISA, presentandosi a capo della lista del Senato e della Camera rispettivamente. Entrambi furono gli eletti all’estero che raccolsero il più alto numero di preferenze in quelle prime elezioni degli italiani all’estero.
Poco più di un anno dopo, dopo averci pensato su e dopo aver consultato i suoi collaboratori, Merlo lasciò Pallaro e l’AISA per costituire il proprio partito, il Movimento Associativo degli Italiani all’Estero (MAIE), un passo che ha comportato una grande dose di coraggio e di lungimiranza, confermando il suo fiuto politico e, in definitiva, ciò che costituisce “il segreto del suo successo”.
Col MAIE, infatti, è cominciata una nuova tappa politica nella carriera di Merlo, ha collezionato una serie di vittorie elettorali che hanno convertito il nostro personaggio e il suo movimento in protagonisti importanti della politica.
Tra l’altro Merlo è l’unico tra gli eletti all’estero che ha vinto ognuna delle quattro elezioni alle quali si è presentato, ottenendo in ogni occasione il maggior numero di preferenze tra tutti i candidati della Circoscrizione Estero, prima nelle tre elezioni per la Camera e nell’ultimo mese di marzo, per il Senato.
Merlo ha definito il MAIE “un movimento culturale, sociale e politico, che non pretende di privilegiare una matrice ideologica specifica, ma di rappresentare e difendere i valori delle comunità italiane all’estero”. E a sottolineare la qualità di movimento non schierato ideologicamente, col MAIE sono arrivati in Parlamento, eletti nelle liste del Movimento, prima Mirella Giai, che proveniva dal centrosinistra e dopo una vita nel Patronato Inca; poi Claudio Zin, il medico e giornalista più identificato con i partiti argentini di centrodestra e anche Mario Borghese, giovanissimo dirigente della comunità italiana di Córdoba, entrato alla Camera nel 2013 e rieletto lo scorso mese di marzo.
Per tutti è stato determinante il fatto che il MAIE mette in testa alle proposte del suo programma gli italiani residenti all’estero.
Quanto alla sua capacità di gestione, il Senatore Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri, sta già dimostrando di saper proporre iniziative e progetti e di metterli in atto, che coinvolgono le principali tematiche che riguardano gli italiani all’estero: servi consolari, cittadinanza, voto all’estero, riforma dei Comites e del CGIE.
Inoltre abbiamo letto nei mezzi italiani che Merlo intende favorire la Comunicazione: “Uno degli sforzi che farà il sottosegretario insieme al suo staff di collaboratori sarà anche quello di parlare di più, in Italia, di italiani residenti all’estero. Delle loro necessità, dei loro successi, raccontando le loro storie, parlando della politica che si occupa di loro, coinvolgendoli nel dibattito politico nazionale. Questa certamente sarà una delle sfide che alla Farnesina Merlo e i suoi porteranno avanti”, hanno scritto.
Merlo dovrebbe fare nelle prossime settimane il suo primo viaggio ufficiale in Argentina, come Sottosegretario agli Esteri. La sua agenda sicuramente sarà molto fitta e dovrebbe incontrare i principali esponenti del governo argentino, se non il Presidente Macri.
Per chiudere, vale la pena ricordare che essere perseveranti e lavorare con passione per raggiungere obiettivi di lungo termine, per raggiungere le mete fissate, porta sempre a risultati. Senza dimenticare che “le persone con obiettivi hanno successo perché sanno dove vanno”.