Il Senatore Fabio Porta, componente la Commissione Affari Esteri ed Emigrazione del Senato, torna a insistere sulle gravi irregolarità che negli ultimi mesi hanno caratterizzato l’operato del Comitato degli Italiani all’Estero di Montevideo”. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa del senatore dem.
“Dopo la grave vicenda – prosegue il comunicato – del parere di censura a “Gente d’Italia”, unico quotidiano italiano pubblicato oggi in Sudamerica, il parlamentare del Partito Democratico ha interpellato formalmente il Ministro degli Esteri Di Maio sul caso del Presidente del Comites dell’Uruguay Aldo La Morte, attualmente parlamentare nazionale in carica nello Stato sudamericano.
Secondo l’interrogazione la legge istitutiva dei Comites affida agli organismi compiti di rappresentanza della collettività italiana rispetto alle autorità e istituzioni locali, mentre l’art. 5 della stessaa legge sancisce la non eleggibilità di coloro che detengono cariche istituzionali (analogamente con quanto è stato successivamente codificato dalla legge elettorale per gli italiani all’estero).
Le irregolarità non si limitano alla situazione di ineleggibilità, ma anche all’incompatibilità della carica di consigliere Comites con quella di membro del CGIE (il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), visto che il Presidente La Morte si è dimesso da ques’ultimo organismo solo pochi giorni fa, con conseguente invalidazione di tutti gli atti deliberati prima di tale atto formale”.
Per questi motivi il senatore eletto in Sudamerica chiede al governo quali indicazioni intende dare alle autorità diplomatico-consolari italiane a Montevideo “affinché la vita del Com.It.Es dell’Uruguay sia riportata alla piena legalità e alla sua normalità democratica, in considerazione anche del fatto che le eccezioni di ineleggibilità sollevate da alcuni eletti, pur avanzate nella riunione di insediamento, come la legge prevede, e nelle successive riunioni dell’organismo, sono state finora eluse dalla maggioranza interna e non adeguatamente considerate dagli stessi rappresentanti consolari presenti”.