Ho interrogato il Ministro dell’Economia e delle Finanze per capire perché è praticamente fallita – almeno fino ad ora – la normativa che ha introdotto il regime di imposta sostitutiva al 7% (su tutti i redditi conseguiti all’estero!) a favore dei titolari di pensione estera, anche in convenzione internazionale, i quali trasferiscono la loro residenza fiscale in un comune del Mezzogiorno.
Infatti dai dati recentemente forniti dallo stesso Ministero abbiamo appreso che nei primi tre anni (dal 2019 al 2021) dall’entrata in vigore della legge hanno usufruito della tassazione sostitutiva solo 506 soggetti e ciò fa presumere che anche negli ultimi due anni siano stati pochi i soggetti pensionati che hanno trasferito la residenza fiscale nel Mezzogiorno nel contesto di tale normativa.
Andrebbero quindi capiti i motivi del ridotto numero di rientri in Italia considerato che l’agevolazione fiscale è molto attraente perché prevede una tassazione del 7% per dieci periodi di imposta su tutti i redditi prodotti all’estero (non solo quindi quelli da pensione) se si trasferisce la propria residenza in Italia in uno dei comuni appartenenti al territorio delle Regioni Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20.000 abitanti o in uno dei comuni con popolazione non superiore ai 3.000 abitanti rientranti nelle zone colpite da alcuni eventi sismici.
Si ricorderà che l’articolo 1, comma 273, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (la legge di bilancio per il 2019) aveva introdotto all’articolo 24-ter del Tuir (Testo unico imposte sui redditi) un regime fiscale speciale volto a favorire il trasferimento di pensionati residenti all’estero in alcuni comuni del Mezzogiorno con determinate caratteristiche demografiche per favorire gli investimenti, i consumi ed il radicamento in loco.
Considerata quindi la ratio della normativa, volta ad attrarre nei comuni appartenenti al territorio del Mezzogiorno i soggetti titolari di capitali e risorse finanziarie che possono essere investiti nel nostro Paese, risultano oggettivamente ed inspiegabilmente pochi i pensionati i quali hanno optato per l’assoggettamento all’imposta sostitutiva e sono rientrati in Italia.
Con la mia interrogazione ho chiesto al Governo se non si ritenga necessario ed utile, per informare e sensibilizzare i nostri connazionali pensionati residenti all’estero, predisporre una campagna divulgativa ed esplicativa in tutti i Paesi di emigrazione italiana per fornire ai nostri connazionali informazioni esaustive e pratiche su quali siano i benefici diretti e indiretti della norma al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla stessa. Ho chiesto, infine, se il Governo non ritenga utile ed efficace coinvolgere la stampa italiana operante all’estero e per l’estero nella campagna informativa di cui sopra in modo tale da avere la certezza che la campagna informativa raggiunga il più alto numero di soggetti interessati attraverso la presenza e l’azione capillare dei nostri mass media all’estero.
On. Fabio Porta, PD