Sen. Vittorio Pessina, all’estero centrodestra unito, unico simbolo: Salvini, Berlusconi, Meloni. E’ soddisfatto?
Spero sia stata fatta la scelta giusta, mi spiace però aver dovuto sacrificare alcuni miei validi collaboratori essendo diminuiti i posti in lista disponibili.
Lei è un moderato, vicino a Berlusconi, a Tajani. Dica la verità, vedere Fi nella stessa lista con la Lega non le piace moltissimo…
In effetti sono abbastanza distante dal loro modo di fare politica, anche se con il Sen. Calderoli ho un antico rapporto di condivisione ed amicizia.
Alla fine niente alleanza con il MAIE di Ricardo Merlo, il Movimento Associativo Italiani all’Estero corre da solo. Eppure avevate iniziato un percorso insieme. Cosa è successo?
Con il Presidente Merlo abbiamo dialogato molto in questi anni e considero il MAIE la migliore struttura organizzativa in alcune Circoscrizioni, mi sarebbe piaciuto trovare un accordo per le prossime elezioni, ma non dispero di poterlo trovare ad elezioni avvenute.
Con quali criteri avete scelto i candidati del centrodestra all’estero?
In base ai loro successi imprenditoriali/manageriali ed alla loro introduzione sul territorio nel quale si presentano.
Tornano figure già conosciute ai lettori di ItaliaChiamaItalia, ma non solo. Basilio Giordano, per esempio. O Raffaele Fantetti, una scelta che a qualcuno non è piaciuta, l’accusa è diretta: dopo cinque anni di assenza assoluta, non si meritava la candidatura. Lei come risponde?
A volte prevalgono le logiche del passato.
Silvio Berlusconi in passato non è stato molto generoso con il mondo dell’emigrazione. Anni fa, proprio in occasione di un voto all’estero, l’uomo di Arcore disse “gli italiani all’estero non pagano le tasse in Italia, non dovrebbero votare”. Il presidente ha cambiato idea sul ruolo e sull’importanza degli italiani nel mondo?
Decisamente sì e credo di poter affermare di aver contribuito ad aumentare la sua sensibilità sul problema.
“Forza Italia punta su due donne per vincere in Nord e Centro America”: parole sue, senatore. Forza Italia ha già deciso chi deve vincere in quella ripartizione estera?
In una consultazione elettorale non c’è nulla di certo, ma la presenza di due donne in lista, delle quali una con positiva esperienza parlamentare, dovrebbe fare la differenza.
Berlusconi fino all’ultimo ha detto che non avrebbe candidato in Fi transfughi e voltagabbana. Eppure Nissoli detiene, insieme ad altri, il record di cambi di casacca in Parlamento. Il presidente Berlusconi predica bene ma razzola male?
Il caso Nissoli non può essere considerato in modo così superficiale, ma considerando il suo operato nel corso della Legislatura sempre orientato verso le politiche del centro/destra.
In questa campagna elettorale Berlusconi si propone soprattutto come argine al populismo dei 5stelle e anche per questo è apprezzato in Europa, forse oggi più di ieri. Ma i pentastellati sono davvero così pericolosi secondo lei?
Sull’argomento non posso che condividere totalmente i pericoli più volte evidenziati dal presidente Berlusconi.
Renzi sui 5stelle dice le stesse cose di Berlusconi. Tornerà dopo il voto il governo Renzusconi?
Il futuro dipenderà esclusivamente dai risultati elettorali, non ci resta che attendere.
Gerardo Petta, coordinatore Fi Svizzera, dimissionario, la accusa apertamente di avere regalato la ripartizione Europa “a Lega e Fratelli d’Italia”. Addirittura dice che lei si sarebbe piegato al gioco di Guglielmo Picchi, leghista responsabile estero per il Carroccio. Affermazioni, quelle di Petta, dalle quali ItaliaChiamaItalia vuole prendere le dovute distanze. Tuttavia, le chiediamo: come sono andate le cose? Qual è la sua verità?
E’ un argomento che mi ha molto amareggiato, ma non è degno di alcun commento.
La circoscrizione estero si divide in quattro ripartizioni: in quale di queste vi sentite più forti?
In Europa, Centro e Nord America, e attendiamo una lieta sorpresa in Asia-Oceania. Nella Circoscrizione Sud America prevedo un trionfo del MAIE.
Alle Politiche del 2013 il PdL conquistò solo un deputato. Questa volta pensate di ottenere risultati migliori?
Senza alcun dubbio, ci mancherebbe altro. Dopo tre anni di lavoro…
La rete dei patronati all’estero affila i coltelli e si prepara a fare la propria parte, come al solito, in campagna elettorale, sempre a favore della sinistra. Patronati ancora una volta fabbriche di voti? Come pensate di poter quanto meno arginare il fenomeno?
Probabilmente sarà così anche questa volta, il nostro argine sarà rappresentato dai controlli delle schede a monte e a valle.
Un bilancio della sua gestione in questi anni del dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia?
Molto positiva in termini di rapporti umani e per un rinato interesse nel mio partito nei confronti dei nostri connazionali all’estero.
Vittorio Pessina che farà dopo le elezioni?
Per il momento ho declinato l’offerta di una candidatura al Senato, con la motivazione del progressivo deterioramento del Parlamento Italiano rispetto alle passate legislature alle quali ho avuto l’onore ed il piacere in parte di partecipare. Nel futuro continuerò a collaborare con il mio partito di sempre fino a quando ciò sarà ritenuto utile o necessario.