L’Italia si prepara a percorrere un itinerario obbligato davvero molto difficile. Con la manovra del governo guidato da Mario Monti, che impone severi sacrifici, il BelPaese sara’ costretto a stringere la cinghia più che mai. Il fatto che siano stati toccati anche quei pensionati che gia’ non arrivano a fine mese, fa capire bene che il momento e’ davvero di grande emergenza.
Quanto sta accadendo in questi giorni in Italia mi dà l’opportunità di tornare su uno dei temi a me più cari: quello di una più stretta collaborazione fra Italia e Argentina. Una collaborazione ampia e sistematica, che interessi non solo il settore commerciale, industriale, economico, ma anche gli aspetti sociali, politici, culturali.
Noto con piacere che la Farnesina, guidata dal ministro Giulio Terzi di Sant’Agata, ha mostrato subito di considerare importante la promozione della diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero. Ebbene, tante volte mi sono soffermato sull’opportunità di rafforzare la cooperazione fra Italia e Argentina. Oggi desidero sottolineare quanto onore e quanto prestigio porti al nostro Paese la diffusione della lingua e della cultura italiana. Una cultura ammirata, invidiata, studiata in tutto il mondo. Deve essere l’Italia a puntare verso questa priorità vitale: qui in Argentina si potrebbe fare moltissimo anche da questo punto di vista. Tanti connazionali residenti nel Paese sudamericano non parlano ancora italiano in maniera corretta: tanti di loro sono nati in Argentina, magari l’Italia non l’hanno neppure mai visitata, e spesso dai propri genitori o dai propri nonni hanno imparato solo il dialetto della regione di provenienza, sia la Sicilia, la Calabria o il Veneto. E’ vero anche che la Fondazione Dante Alighieri qui in Argentina svolge un lavoro enorme, in un regime di semivolontariato. Ma non basta. La nostra madre patria dovrebbe contribuire con maggior forza a diffondere anche qui da noi, dove sono milioni le persone con sangue italiano nelle vene, la lingua di Dante. Come? In periodo di crisi, chiedere ulteriori risorse allo Stato italiano non si puo’. Lo lasciamo fare, se vuole, alla sinistra, al Pd e compagni, al partito della spesa che sa solo mungere lo Stato. Noi puntiamo, ad esempio, sulla cooperazione fra istituti italiani e licei e universita’ argentine. Iniziative del genere sono state gia’ messe in atto, in certe occasioni, non ci inventiamo l’acqua calda: crediamo pero’ che debbano essere supportate in maniera maggiore, anche dalle regioni italiane.
E a proposito di cultura italiana, si potrebbero organizzare ferie, mostre e appuntamenti tesi a diffondere arte e letteratura italiana, non solo fra i connazionali ma anche fra gli argentini, per contribuire ancor di più a rendere grande la cultura made in Italy in Sud America. Mi piace l’idea di mostre itineranti che magari potrebbero partire da Buenos Aires per poi toccare le maggiori province argentine e – perche’ no – varcare persino i confini della Nazione. Mi auguro che i parlamentari italiani eletti in Sud America sappiano prendere spunto da questi suggerimenti, cosi’ come spero che il ministero degli Esteri italiano possa considerare il fatto di stringere maggiori alleanze con le istituzioni argentine, anche per diffondere qui da noi la lingua, la cultura, l’arte tricolore.
L’Italia e’ il paese di Michelangelo, Giotto, Manzoni, Leopardi, Raffaello: abbiamo tanto da dare al mondo, puntiamo con maggiore forza sul nostro patrimonio culturale e cosi’ facendo ci renderemo conto che anche con la cultura si puo’ "mangiare", nonostante qualcuno abbia detto di no. Capiremo che cultura italiana vuol dire anche business, se saremo capaci di mettere a regime il nostro sapere, la nostra letteratura, la nostra migliore tradizione.
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