Vito Petrocelli, presidente della commissione affari esteri del Senato, nel suo intervento alla Conferenza generale degli italiani all’estero (Cgie) ha detto: “Agli italiani all’estero si chiede di essere ambasciatori del Made in Italy: una richiesta forte che necessita di azioni concrete”.
Secondo Petrocelli, spesso non si riesce a fare sistema perche’ non si riesce a farlo a casa nostra. “E’ difficile fare sistema con l’organizzazione culturale cui siamo abituati”, ha detto il senatore, che citando alcuni esempi di soft power internazionali – come Giappone, Corea del Sud e Cina – ha auspicato l’applicazione di “un soft power all’italiana”.
“Vedo molto bene il trasferimento di competenze dal Mise alla Farnesina: ha generato progettualita’ e coordinato azioni che prima erano disperse. Per promuovere il sistema Italia e immaginare un soft power all’italiana è necessario coordinare il piu’ possibile le attivita’, e in questo il ruolo del Parlamento e’ semplice: fare da coordinamento fra le comunita’ e la rappresentanza governativa”.
“Porteremo avanti questo lavoro con il nuovo Cgie, con la consapevolezza che possiamo essere il vero legame fra chi vive e lavora all’estero e la rappresentanza di governo che nel ministro degli Esteri ha il presidente del CGIE stesso”.