Dopo una lunga campagna elettorale combattuta fino all’ultimo voto, in cui si sono affrontati i partiti tradizionali e diversi nuovi partiti minori e movimenti cantonali, il popolo svizzero ha scelto i parlamentari, che durante la prossima legislatura dovranno rappresentarli nelle due assemblee nazionali. Il diverso sistema elettorale in vigore per eleggere i due rami del parlamento, proporzionale per il consiglio nazionale o camera bassa e maggioritario per il consiglio degli stati o camera alta, ha permesso di definire da subito i nomi dei rappresentanti popolari, rinviando invece al ballottaggio alcune scelte per i rappresentanti cantonali nella camera alta. La partita si chiuderà a dicembre con l’elezione dei sette consiglieri federali e per quella data non tutto sembra scontato come succedeva nel passato. Anzi, molte soprese sono in agguato.
I risultati della recente tornata elettorale ridisegnano in modo significativo gli equilibri politici, che hanno caratterizzato le istituzioni nazionali svizzere dagli inizi degli anni ’60 del secolo scorso fino ad oggi. La cosiddetta concordanza o formula magica, che ha consentito ai maggiori partiti di governare assieme per anni creando una lunga stabilità politica, rischia di essere compromessa dalle ambizioni di nuove forze politiche che si presentano per la prima volta sulla scena nazionale collocandosi con propri gruppi parlamentari al centro degli schieramenti con l’obiettivo di scompaginare lo status quo.
In questa campagna il partito democratico in Svizzera ha sostenuto il programma politico del Partito socialista svizzero impegnato nella costruzione di una Svizzera moderna, aperta anche alla partecipazione sociale, politica e democratica dei cittadini stranieri. Su questi temi il Pd in Svizzera ha coinvolto i doppi cittadini italiani, invitandoli a sostenere un chiaro progetto politico a favore della Svizzera con un futuro sostenibile, di tutti e per tutti, evitando scorciatoie nazionaliste e scoraggiando la ricerca di un voto etnico, foriero di ambiguità e confusione su scelte e valori, quali la solidarietà, il civismo e la giustizia sociale che, invece costituiscono i capi saldi di una forza progressista e democratica in cui il PD in Svizzera si identifica. Perciò siamo convinti di aver contribuito, nel nostro piccolo, all’erosione dei consensi verso il maggior partito della destra parlamentare, che negli ultimi 20 anni aveva costruito inequivocabilmente la sua forza sulla xenofobia e sull’isolazionismo del paese.
Il PD in Svizzera si congratula con i dirigenti del PSS nelle cui liste erano candidati propri iscritti e simpatizzanti, alcuni dei quali sono stati riconfermati o parteciperanno per la prima volta ai lavori parlamentari. Con loro e con i nativi di origine italiana lavoreremo per costruire la Svizzera di tutti e per tutti.
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